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Corsa all’oro nero: lo stop dei No Triv

 
Gianluigi De Vito

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Gianluigi De Vito

Corsa all’oro nero: lo stop dei No Triv

«Basta con i nuovi pozzi di petrolio: mettono a rischio le sorgenti d’acqua»

Giovedì 08 Giugno 2023, 09:25

MATERA - Basta nuovi pozzi di petrolio, vanno salvaguardate le sorgenti d'acqua. Almeno così la pensano gli attivisti del coordinamento «Mediterraneo No Triv». La corsa all’«oro» è una questione di colori che incendia il clima ogni giorno. Meglio l’oro blu, l’acqua - quella del Pertusillo in testa - che l’oro nero, il petrolio sempre più «sondato» dalle multinazionali dell’energia. Ed è per questo che Giovanna Bellizzi, avvocato e punto di riferimento del Coordinamento Mediterraneo No Triv che ha sede a Policoro, ha presentato osservazioni contro i nuovi pozzi petroliferi di Eni, Cerro Falcone 7 e Sant’Elia 1, nella zona di Civita, tra Marsicovetere e Villa d’Agri.

Motivo: «Tutela delle sorgenti d’acqua». Gli attivisti di Mediterraneo No Triv puntano il dito sull'«autorizzazione, chiesta da Eni, a due enti contemporaneamente per alcuni procedimenti avviati anche con la Regione Basilicata, contrariamente a quanto prevede la "legge sblocca Italia" che sancisce invece che le autorizzazioni devono essere rilasciate dai ministeri competenti e non più dalla Regione».I motivi per cui l'area di Civita debba essere messa al riparo da nuove trivellazioni Belizzi li chiarisce così: «L’area è la più grande e bella concentrazione di sorgenti di acqua che riforniscono gli acquedotti locali, vedi la stessa Villa d’Agri, il fiume Agri e il bacino idropotabile del Pertusillo, con sorgenti certificate dalla stessa Università della Basilicata. Ma c'è di più.

Nella stessa area fu avviato il procedimento amministrativo che prevedeva la trivellazione del pozzo Alli 5, ribadiamo, nella stessa area dove sono presenti le sorgenti, e in quel caso la Regione Basilicata, durante la precedente amministrazione, disse no per tutelare gli ecosistemi, i bacini idrici e la presenza di aziende biologiche».

Insomma se c'è già stato un no motivato perché ora dovrebbe esserci un sì? Ma il Coordinamento No Triv solleva a che un'altra questione per cui tutelare la zona di Civita: ospita un sito arecheologico ancora studiato ma risalente al II millennio a.C, secondo quanto accertato da alcuni studi. Sognofica che lì pootrebbero spuntare tracce di uomini primitivi e delle prime forme di insediamento umano come è acacduto per Matera. Dire sì alle trivellazioni significa per Bellizzi negarsi e negare la possibilità di far avanzare studi «sulle antiche popolazioni che continuarono ad abitare l'area durante durante l'età del ferro e sui Lucani, i greci e i romani, così come testimonia la villa romana poco distante in località Barricelle di proprietà di Crispina, moglie dell'imperatore romano Commodo.

Si ipotizza che la Civita costituisca il sito dell'antica civitas di "Vertina" indicata dal geografo Strabone». Insomma non solo affogherebbe l'oro blu, ma strozzeremmo traiettorie di turismo archeologico.La risposta politica su timori per il futuro dell'acquam bene comune vitale, non s'è fatta attendere. Lunedì prossimo, 12 giugno, è prevista la conferenza stampa su monitoraggio, studio del lago Pertusillo, fenomeno della proliferazione delle alghe e su tutte le azioni di tutela dell’invaso e di depurazione. Lo ha annunciato l’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Cosimo Latronico. «Che aggiunge: «Saranno anche resi noti i criteri di classificazione delle acque e di funzionamento degli impianti di depurazione e di potabilizzazione e saranno invitati a partecipare tutti i sindaci dell’area e i rappresentanti del Parco nazionale Appennino lucano Val D’Agri - Lagonegrese».

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