BARI - Due sindacalisti baresi sono stati sentiti dalla Procura di Bari come persone informate sui fatti nell’ambito della vicenda relativa all’assunzione nell’Amiu del boss di Carrassi Franco Diomede. Al centro dell’indagine della Polizia, coordinata dal pm Antimafia Roberto Rossi, c'è infatti un accordo sindacale che avrebbe consentito l’assunzione del boss pur in assenza dei requisiti richiesti.
Nell’ambito di questo procedimento, nato da un’indagine sulle estorsioni ai commercianti del quartiere Carrassi di Bari da parte di esponenti del clan Diomede, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati il presidente della municipalizzata barese che gestisce i servizi di igiene urbana e di racconta rifiuti, Gianfranco Grandaliano. È indagato per falso in atto pubblico e truffa aggravata dall’articolo 7 (aver cioè favorito un’associazione mafiosa) per aver firmato l’assunzione del boss sulla base di un accordo sindacale di cui tuttavia fra i documenti acquisiti non c'è traccia. Per questo motivo, dopo aver interrogato Grandaliano già due volte, la Procura ha convocato i sindacalisti.
L’obiettivo degli inquirenti è quello di ricostruire i passaggi burocratici che hanno portato a quella assunzione, in particolare il dettaglio del presunto accordo sindacale che avrebbe consentito di derogare alla richiesta anzianità di servizio (almeno 4 mesi che tuttavia il boss non aveva) per essere assorbiti nell’organico della municipalizzata prima, e poi in quello della cooperativa a cui l’Amiu ha affidato il servizio di gestione dei bagni pubblici.