Ha compiuto 108 anni il mese scorso e vanta il primato di essere la suora di clausura più anziana d’Italia: stiamo parlando di Suor Letizia, al secolo Maria Francesca Pastore, nata il 14 ottobre 1915 a Santeramo in Colle, in provincia di Bari. La religiosa ha attraversato indenne due guerre mondiali e ben tre pandemie: la Spagnola (1914-1918), la Sars (2004) e il Covid-19.
Recentemente, grazie a un parente, Suor Letizia ha rinvenuto in un antico libro un buono postale da 1.000 lire, emesso nel 1951 dall’Ufficio Postale di Viareggio e intestato al nipote Giulio, deceduto celibe e senza figli, di cui la suora risulta unica erede.
Il titolo, valutato da un consulente esperto, ha un valore aggiornato con interessi e rivalutazione pari a 48.300 euro. La religiosa ha affidato il mandato ai propri legali e all'Associazione per la Giustizia in Italia di recuperare la somma presso Poste Italiane e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, obbligati in solido a onorare i debiti esistenti anche prima dell’avvento della Repubblica Italiana.
Il rimborso è stato già richiesto formalmente a Poste Italiane tramite PEC, e la somma sarà interamente devoluta in beneficenza. In merito alla possibile prescrizione del credito, l’articolo 2935 del Codice Civile stabilisce che “la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”: nel caso di Suor Letizia, quindi, il termine decorre dal momento del ritrovamento del titolo, poiché prima di allora la religiosa ignorava l’esistenza del credito.
Per offrire un contesto più ampio, in Italia si stima l’esistenza di circa 10 milioni di titoli di credito “antichi” – tra buoni postali, libretti bancari, BOT e altri strumenti – non riscossi e ancora riscuotibili. Tuttavia, una diffusa disinformazione impedisce spesso agli aventi diritto di recuperarli. Un caso eccezionale che unisce storia, memoria e solidarietà, con la straordinaria figura di Suor Letizia come protagonista di un piccolo ma significativo tesoro ritrovato.
















