Sabato 08 Novembre 2025 | 14:42

Bari, il capoclan Eugenio Palermiti è in ospedale: «Sta male, non può tornare in carcere»

Bari, il capoclan Eugenio Palermiti è in ospedale: «Sta male, non può tornare in carcere»

 
isabella maselli

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isabella maselli

Bari, il capoclan Eugenio Palermiti è in ospedale: «Sta male, non può tornare in carcere»

La difesa del boss ha chiesto ai giudici del Riesame di concedere gli arresti domiciliari: il boss di Japigia, tornato in cella a febbraio 2024 attualmente imputato in uno stralcio del processo «Codice Interno» è in ospedale dal 21 settembre

Sabato 08 Novembre 2025, 13:12

«Eugenio Palermiti sta male, le sue gravissime condizioni di salute non sono compatibili con il carcere». Ne è convinta l’avvocato Tiziana Areniello, che con il collega Raffaele Quarta difende il capo clan 71enne di Japigia. Nei giorni scorsi dinanzi al Tribunale del Riesame la difesa di Palermiti è tornata a chiederne la scarcerazione, contestando il no del gip di qualche mese fa e sollecitando la sostituzione della misura cautelare della detenzione in cella con gli arresti domiciliari oppure una nuova consulenza tecnica che accerti le condizioni di salute del boss e ne verifichi l’eventuale incompatibilità con il carcere. Il pm Antimafia Fabio Buquicchio ha chiesto il rigetto dell’istanza o, in subordine, la consulenza.

«Ho potuto constatare di persona la gravità delle sue condizioni di salute», dice l’avvocato Areniello, ricordando che da gennaio ad oggi il boss ha subito «quattro intubazioni orotracheali a seguito di arresto cardiaco, ed è tuttora ricoverato in stato di semi-incoscienza nell’ospedale Molinette di Torino».

Il boss di Japigia, tornato in cella a febbraio 2024 e attualmente imputato in uno stralcio del processo «Codice Interno» è in ospedale dal 21 settembre. Stando alla documentazione sanitaria che i legali hanno prodotto, il boss soffre di «una epilessia dovuta a una lesione cerebrale e cerebellare», «tutto accertato da esami clinici strumentali», questo - spiega l’avvocato Areniello - «porta poca affluenza di sangue al cervello che, a causa anche di una ostruzione arteriosa, lo porta a perdite di coscienza e quindi a cadere. Soffre, ancora, di vasculopatia e fibrillazione atriale». Una situazione che il difensore definisce «devastante». Di queste patologie il boss soffriva già prima dell’arresto, argomenta la legale, «latenti dagli anni ‘90», ma le sue condizioni si sarebbero aggravate durante la detenzione. «L’ambiente stressogeno del carcere e l’età che avanza hanno peggiorato la situazione. Non cammina e quasi non parla più, questa non è una pena rieducativa, è tortura» tuona l’avvocato. Oltre al ricorso al Riesame, la difesa di Palermiti ha depositato una ulteriore richiesta di scarcerazione al gup che nelle scorse settimane ha condannato il boss a 11 anni di reclusione in abbreviato per mafia. I giudici decideranno nei prossimi giorni se disporre la nuova consulenza medico legale.

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