BARI - «Ha soldi in casa, gioielli? Deve saldare la fattura che ha lasciato insoluta sua nipote. Ha comprato un computer e un telefonino, lasciando un coppone…». Il racconto in presa diretta è stato vissuto da una signora con i capelli bianchi poche ore fa. Il raggiro telefonico, la truffa agli anziani è stata ascoltata in diretta dal giornalista. Succede tutto all’ora di pranzo. Una telefonata con parlantina veloce, un fiume di parole per mettere ansia alla donna, chiamata «nonna»: il canovaccio è noto. C’è un problema economico di una persona cara, «lei non ha denaro per aiutarlo?».
I truffatori, che tentano colpi chiamando sui numeri fissi dei quartieri periferici della città, approfittano degli affetti più profondi, annunciano incidenti stradali, guai economici, debiti, come implacabili uccelli del malaugurio. E si infilano nel ventre molle delle famiglie, colpendo sensibilità antiche e l’onore. Chi ascolta è tentato dal fare qualcosa, cadendo così nella trappola. La fortuna ha voluto che in casa si trovasse un figlio che, presa la cornetta, ha chiesto lumi, confrontandosi con un interlocutore-truffatore capace di cambiare pelle in un attimo. Incalzato dalle domande, è passato da venditore di pc a impiegato dell’ufficio postale. «Ma come, non viene a ritirare le raccomandate nell’ufficio centrale? Mi chiamo D’Ambrosio, il direttore la aspetta in Piazza Umberto per consegnarle le lettere…». Il dialogo continua, emergono le incongruenze, le contraddizioni, gli arrampicamenti sugli specchi. Fino alla chiusura improvvisa della conversazione, quando il truffatore è convinto di essere stato scoperto.
Il passo successivo è la visita in Questura per la denuncia-querela. Il vice ispettore ci guarda e subito ricorda che ne accadono così, di truffe, di infami raggiri, a decine in tutta Italia. Raccoglie la testimonianza. E informa il giornalista-denunciante che in questi casi bisogna chiamare subito il 112, per un eventuale intervento degli agenti. La pratica criminale, infatti, prevede che una volta conquistata la fiducia dell’anziano per telefono, il passaggio successivo sia la visita in casa per prendere il denaro, con un sistema che - spiegano - ha una base fuori regione e un’auto con i complici a pochi passi dall’abitazione della povera vittima.
La difesa degli anziani dalle truffe telefoniche passa dunque da una maggiore informazione contro questo tipo di pericoli e reati, da spiegare con l’invito a verificare immediatamente le condizioni dei propri cari, descritti come in fin di vita o in gravi difficoltà, anche con una semplice telefonata.
Dopo averla scampata, parte il tam-tam social. Nello stesso quartiere dove si è verificata la storia che vi abbiamo raccontato, nei giorni scorsi hanno provato a fare altri colpi (sarà stata la stessa banda?), chiamando da un numero con prefisso del Portogallo, «Mio padre - racconta un avvocato - all’inizio ci ha creduto. Poi ha chiamato mia sorella e ha scoperto la tentata truffa. Non aveva avuto un incidente e non aveva bisogno di soldi». Mai dare confidenza a uno sconosciuto. Le caramelle avvelenate, per gli anziani, arrivano improvvise sul telefono fisso di casa.