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Alla conquista del San Nicola: Bari, da ora si fa sul serio

 
Davide Lattanzi

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Davide Lattanzi

Alla conquista del San Nicola: Bari, da ora si fa sul serio

Lo specchio di un potenziale non ancora decollato. Prestazioni convincenti che, però, non hanno trovato continuità ad alto livello

Venerdì 28 Febbraio 2025, 12:27

BARI - Lo specchio di un potenziale non ancora decollato. Il rendimento interno del Bari sembra la figura fedele dell’andamento complessivo biancorosso. Prestazioni convincenti che, però, non hanno trovato continuità ad alto livello, una marcia alta non ancora innestata, occasioni sprecate in serie. Ora si presenta un nuovo spartiacque: i Galletti tornano al «San Nicola» dopo aver ritrovato la gioia in trasferta. Urge un altro acuto: perché da un lato battere una compagine blasonata e attrezzata come la Sampdoria (sebbene i blucerchiati vivano il torneo in perenne sofferenza) avrebbe un valore notevole in vista del rush finale del torneo, dall’altro la corsa ai playoff non permette battute d’arresto in una classifica cortissima.

UNO SCORE DA PLAYOFF «STRIMINZITI» 22 punti in 14 gare interne. Uno score che, nella graduatoria relativa al rendimento interno, varrebbe proprio l’ultima poltrona dei playoff, alle spalle di Sassuolo (34 punti), Pisa (33), Spezia (28), Catanzaro, Juve Stabia e Carrarese (24), nonché Cesena (23). I Galletti pagano limiti noti. A cominciare dalle poche vittorie tra le mura amiche: appena cinque (con Mantova, Cittadella, Cesena, Spezia e Frosinone), soltanto Reggiana, Sampdoria, Mantova e Salernitana (quattro), Brescia e Cosenza (tre), Cittadella e Frosinone (due) hanno gioito meno davanti al proprio pubblico. Decisamente troppi i pareggi: addirittura sette (contro Sassuolo, Cosenza, Catanzaro, Carrarese, Reggiana, Brescia e Cremonese) che costituiscono un record (condiviso con Brescia e Frosinone) nell’attuale serie B. L’aspetto incoraggiante viene da una complessiva solidità che ha sempre contraddistinto la truppa di Moreno Longo: soltanto due i passi falsi al San Nicola (con Juve Stabia e Sudtirol) puntualmente riscattati da lunghe serie utili successive. Al ko con i campani, infatti, sono seguite otto gare senza macchia, a quello con i bolzanini quattro impegni da imbattuti. Una striscia ancora in corso da non interrompere.

SINDROME DA RIMONTA E TROPPI GOL SUBITI Che il Bari non sia una macchina da gol è cosa nota e il dato si conferma anche in casa: le 19 reti all’attivo costituiscono l’ottavo attacco interno della cadetteria: tra le formazioni nel perimetro promozione diretta e playoff solo la Cremonese è meno prolifica in casa (18 centri). Ma a suscitare riflessioni è l’anomalia sulla difesa: la quarta retroguardia del campionato (inferiore soltanto alle prime tre della classe, ovvero Sassuolo, Pisa e Spezia) che in trasferta è stata battuta appena undici volte (solo lo Spezia meglio nel formato esterno con nove reti subite), finisce per trasformarsi in casa. Sono 15, infatti, i bersagli incassati: peggio si sono comportate soltanto Reggiana (16), Cremonese e Cittadella (17), Salernitana (18), Brescia e Frosinone (20), Sudtirol (22). Ovvero, tutte compagini (ad eccezione della Cremonese) di medio-bassa classifica. Appena quattro i «clean sheet» al San Nicola (contro Mantova, Carrarese, Spezia e Cesena), ben quattro le occasioni in cui Radunovic è stato trafitto per almeno due volte nell’arco dei 90’. Evidente anche tra le mura amiche la «sindrome da rimonta»: pur in vantaggio, Vicari e compagni si sono fatti raggiungere da Cosenza e Catanzaro, non è bastato addirittura il 2-0 per incamerare l’intera posta con la Reggiana, così come con il Brescia non è stato sufficiente mettere due volte il naso avanti sull’avversario (prima 1-0, poi 2-1). Un difetto ormai conclamato che forse più degli altri ha negato ai pugliesi un raccolto più proficuo.

UN CAMMINO IMPEGNATIVO Undici match al termine della regular season: il Bari ne giocherà cinque al «San Nicola». Sulla carta, si tratta di confronti realmente probanti. Si parte dalla Sampdoria (domenica alle 17,15) che, pur annaspando in zona playout, era partita con ambizioni da promozione diretta e vanta un organico grandi firme. Il 15 marzo (alle 19,30) toccherà ad un’altra nobile in crisi: la Salernitana attualmente terzultima, ma pur sempre neo retrocessa dalla A. Quindi un trittico di sfide contro chi punta in alto: l’11 aprile contro il Palermo, altra corazzata indietro rispetto al suo potenziale e ora nona a due lunghezze dai playoff, il 25 con il Modena che, invece, si trova a tre punti dagli spareggi promozione, infine il 4 maggio contro il Pisa secondo in una sfida ancora poco decifrabile poiché i toscani (seconda forza, a +7 sulla terza) potrebbero addirittura già essere promossi oppure essere ancora costretti a sudarsi il salto in paradiso. Ma le motivazioni avversarie sono relative. Per sognare bisognerà trasformare il «San Nicola» in un vero punto di forza.

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