BARI - Si avvicina l’aggiudicazione della gara per la realizzazione del Parco della Giustizia nelle ex caserme militari dismesse Milano e Capozzi nel quartiere Carrassi di Bari. Il 19 febbraio si terrà la prossima seduta pubblica della commissione giudicatrice (composta dagli ingegneri Massimo Babudri nel ruolo di presidente, Domenico Menale e Filomena Santangelo, l’architetto Francesco Karrer e il dottor Simone Cannaroli) che sta valutando le offerte.
Il bando dell’Agenzia del Demanio da quasi 400 milioni di euro, in gran parte stanziati dal Ministero della Giustizia, è scaduto il 26 novembre. Il progetto prevede la realizzazione - il primo lotto nel 2026 - di un grande parco pubblico destinato a ospitare tutti gli uffici giudiziari di Bari, trasformando un’area inutilizzata da anni in uno spazio riqualificato per il quartiere e in relazione con la città. I quattro palazzi di giustizia sorgeranno tutti sul lato sud. Avranno una disposizione a corte, come a comporre un quadrifoglio, e dal livello interrato, in cui saranno collocati i parcheggi riservati agli addetti ai lavori, i depositi, gli archivi e gli ambienti di servizio, si eleveranno fino a tre o quattro piani. Uno sarà dedicato a Tribunale penale e Procura; il secondo al Tribunale civile; il terzo a Corte d’Appello e Procura generale; il quarto a Tribunale di Sorveglianza, Tribunale dei Minorenni e Giudice di Pace.
A nord ci sarà invece il parco verde da 77mila mq con 900 alberi e percorsi ciclabili, che sarà gestito dal Comune. L’area ospiterà impianti per lo sport e il tempo libero, a servizio di tutte le fasce di utenti, con campi da tennis, calcetto, basket, aree gioco per bambini, spazi fitness e orti urbani. Ma sarà anche un luogo per esposizioni dedicate all’arte e alla cultura. Nella piazza dei tribunali, vasche di vegetazione, alberi e fontane d’acqua raffrescheranno l’ambiente, donando comfort alle aree esterne degli edifici.
Un progetto che negli ultimi mesi è stato al centro anche di un contenzioso giudiziario che ha visto alcune associazioni ambientaliste contestare l’opera (fino ad oggi bocciate dai giudici). E ancora oggi, a pochi giorni dalla aggiudicazione dell’appalto, «Fare Verde» torna a ribadire «la propria contrarietà al progetto» in una zona di Bari «già densamente abitata e congestionata dal traffico veicolare per ragioni ecologiche e di salute dei cittadini». L’associazione parla di «dimezzamento del verde pubblico previsto originariamente» e di «un esponenziale aumento del traffico veicolare e dell’inquinamento di gas di scarico per il concentramento degli uffici giudiziari». Secondo gli ambientalisti «i cittadini saranno, purtroppo, ancora una volta, traditi da quello che viene esaltato come progresso civile».