Sabato 06 Settembre 2025 | 18:37

Monopoli, invalido per una lesione cervicale non diagnosticata. La Corte dei conti: «I medici paghino i danni»

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Monopoli, ospedale San Giacomo

I giudici contabili condannano due professionisti a restituire alla Asl il risarcimento dato alla vittima

Sabato 01 Febbraio 2025, 06:00

BARI - Due medici dell’ospedale di Monopoli, un radiologo e un ortopedico, dovranno restituire alla Asl di Bari circa 110mila euro che anni fa l’azienda sanitaria ha dovuto sborsare per risarcire un paziente. La Corte dei Conti ha condannato i due professionisti, il radiologo Paolo Comes e l’ortopedico Pasquale Cariola, a rimborsare rispettivamente 67mila e 33mila euro, assolvendo l’altra dottoressa inizialmente coinvolta, il medico di turno del pronto soccorso che aveva dimesso il paziente.

La vicenda risale a più di dieci anni fa. Il paziente, ultrasessantenne, era caduto da un albero alto circa 4 metri mentre raccoglieva le olive. Arrivato al pronto soccorso di Monopoli era stato sottoposto ad una radiografia cervicale, poi risultata incompleta, che non aveva rilevato fratture. Era quindi tornato a casa con prescrizione di riposo, antidolorifici e antinfiammatori, ma solo quattro giorni dopo ebbe un cedimento improvviso. Di nuovo al pronto soccorso, questa volta a seguito di esami più approfonditi, gli veniva diagnosticata una lesione più seria e, trasferito al reparto di neurochirurgia del Perrino di Brindisi, veniva sottoposto ad un intervento d’urgenza. A nulla valse la successiva riabilitazione, perché il paziente aveva riportato gravissime lesioni ormai inguaribili perché non trattate tempestivamente. Nel 2013 è partita l’azione risarcitoria nei confronti della Asl e dei medici coinvolti, che è durata quasi dieci anni e si è conclusa con la condanna al risarcimento di 285mila euro. «Un danno ingiusto per la Asl - secondo i magistrati contabili - in quanto esclusivamente imputabile alle condotte gravemente imperite» dei medici «i quali, ciascuno nell’espletamento delle proprie competenze diagnostiche, specialistiche ed operative, hanno causalmente contribuito al verificarsi e all’aggravarsi» delle condizioni di salute del paziente, rimasto invalido. La Asl, però, avrebbe agito troppo tardi e quindi alcune pretese si sono prescritte. 

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