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Bari, la maxitruffa da 17 milioni ai bonus edilizi è un affare di famiglia: arrestati padre, madre e due figli I NOMI

 
M.S.

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Superbonus, in rivolta imprese e sindacati dopo lo stop del governo

Operazione della Finanza e dei Carabinieri: una persona in carcere, otto ai domiciliari, sei obblighi di presentazione. Il meccanismo fraudolento aveva base ad Altamura: incassati 13 milioni, i soldi spesi anche in auto, orologi di lusso e metalli preziosi

Martedì 28 Gennaio 2025, 08:16

11:38

BARI - Una intera famiglia barese avrebbe messo su ad Altamura un’associazione per delinquere con l’obiettivo di emettere fatture false da utilizzare in una ormai classica truffa, quella ai bonus edilizi, grazie alla quale sarebbero riusciti a creare crediti di imposta per oltre 17 milioni. E’ questo l’oggetto degli arresti eseguiti stamattina 28 gennaio dalla Finanza e dai Carabinieri di Bari che su ordine del procuratore Roberto Rossi hanno eseguito 14 misure cautelari.

Sono 62 gli indagati (tra cui 8 società) che rispondono, a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità, di associazione a delinquere finalizzata a reati fiscali, occultamento di scritture contabili, truffa aggravata allo Stato, riciclaggio e autoriciclaggio, indebito utilizzo e falsificazione di carte di pagamento. Al centro di tutto ci sarebbe l’imprenditore Giuseppe De Scala, 47 anni, di Bari, già arrestato in passato e pregiudicato per accuse che vanno dal furto in appartamento alle lesioni, per il quale il gip Antonella Cafagna ha disposto l’arresto in carcere. Ai domiciliari sono finiti invece la madre e il padre, Maria Frappampina, 64 anni, di Bari e Aniello De Scala, 71 anni, e il fratello Michele, 48 anni, di Bari, oltre ai loro collaboratori Andrea Ragone, 41 anni di Altamura, Vito Vischi, 53 anni, di Bari, il commercialista Alessandro Vigilante, 46 anni, di Bari, Francesco D’Ambrosio, 55 anni, di Bari e Giovanni Regina, 52 anni, di Altamura. Tra gli indagati anche un’altra sorella, Annarita De Scala, 37 anni, di Bari: anche per lei era stato chiesto l’arresto ai domiciliari, non concesso dal gip. 

Secondo l'indagine, partita nel 2022 con l'ex pm Michele Ruggiero e ora affidata al procuratore Roberto Rossi con il pm Giovanni Calamita, il gruppo avrebbe messo su un sistema articolato per creare falsi crediti di imposta relativi al cosiddetto "bonus facciate", che poi venivano incassati (per circa 13 milioni) e trasferiti sui conti correnti delle varie società riconducibili ai De Scala. Da qui venivano ulteriormente spostati per pagamenti fittizi, tra fornitori e stipendi, spesso su carte ricaricabili grazie a cui poi il denaro veniva prelevato in contanti. Parte dei soldi è stata utilizzata dai De Scala e dai loro complici per l'acquisto di beni di lusso tra cui auto, orologi e anche metalli preziosi.

Il gip ha poi disposto l’obbligo di presentazione per Vito Aufieri, Francesco Labarile, Giuseppe Panza, Eugenio Traversa, Nicola Abrescia e Donato Petrara. Eseguiti sequestri di conti correnti e beni per circa 10 milioni nei confronti delle società Fd Service, Megaservice, Vts Total Work, Dam Servizi, Centro Copie & Servizi.

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