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Gioia, sorpresa a Monte Sannace: emersi altri reperti archeologici

Gioia, sorpresa a Monte Sannace: emersi altri reperti archeologici

 
Franco Petrelli

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Franco Petrelli

Gioia, sorpresa a Monte Sannace: emersi altri reperti archeologici

Nuova campagna di scavi, ritrovati resti di strutture murarie

Lunedì 20 Gennaio 2025, 20:43

GIOIA DEL COLLE - Nel Parco Archeologico di Monte Sannace, che si estende su una collina a qualche chilometro del centro abitato di Gioia del Colle, inserito nella Murgia sud-orientale, in un tempo lontano centro della Peucetia risalente all’età del Ferro e abitato in epoca romana, si arricchisce di nuovi tasselli. Con la nuova campagna di scavi, coordinata dalla direzione regionale Musei Puglia ritrovati resti di tegole e strutture murarie. Una scoperta che si aggiunge ad alle preesistenti tracce di edifici a pianta rettangolare, fondazioni in pietra e, in alcuni casi, decorazioni architettoniche policrome ritrovate in passato.

Le prime testimonianze di presenze umane risalgono all’età neolitica, ma un autentico insediamento definitivo sarebbe documentato dall’ultimo tratto del XI secolo a.C. e continua, con limitate interruzioni, sino al periodo ellenistico e romano. Alla prima età del Ferro, risalirebbe un insediamento nel quale l’attività principale era quella agricola. Qui c’erano capanne in argilla e paglia, mentre, tra il VII e VI secolo, lo stanziamento si allarga sulla collina, meglio protetta e con una collocazione ideale per il controllo delle terre circostanti e che assume la funzione di centralità difensiva. In questo periodo l’abitato acquista una connotazione urbana, attorniato da una cinta muraria di difesa che contorna la collina. Nascono residenze domestiche ed edifici pubblici polivalenti. Spuntano anche tombe, in non pochi casi piuttosto raffinate, definite tali per le dimensioni e per un’oggettistica d’importazione ellenica.

Tracce di abitazioni e tombe anche nella piana ad ovest del colle. Due le zone: acropoli e città bassa in questa località acquisita al demanio dello Stato. I primi ritrovamenti risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, il primo scavo ufficiale è avvenuto nel 1929. Dal 1957 iniziano ricerche a cura della Soprintendenza archeologica e dalla metà degli anni ‘90 è operativo nel sito un campo scavi della Scuola di Specializzazione per archeologi dell’Università di Bari.

Oggi qui sorge anche una suggestiva area giochi personalizzata, inclusiva e accessibile, in particolare a persone con diversa abilità. L’intero perimetro di questa antica struttura rettangolare è caratterizzato, anche, dalla presenza di muri a secco e con un “doppio” paramento di pietre calcaree sbozzate, di forma trapezoidale o triangolare, dove si scoprono resti di vasi, frammenti in ceramica, chiodi e tegole. Insomma le novità non mancano, immersi in un paesaggio naturale inalterato e suggestivo. Sulle tracce delle nostre radici.

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