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Accoltellato in casa a S. Spirito: per l'omicidio di Dogna non si esclude la pista «passionale»

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Accoltellato in casa a S. Spirito: per l'omicidio di Dogna non si esclude la pista «passionale»

Si prosegue scavando nella vita privata della vittima. Oggi l’autopsia, bisognerà stabilire il tipo di arma utilizzata nell'aggressione

Sabato 11 Gennaio 2025, 09:47

BARI - Si fa strada anche l’ipotesi del movente passionale nell’indagine sull’omicidio di Francesco Dogna, il 63enne trovato morto mercoledì mattina nella sua casa nel quartiere Santo Spirito. Sul delitto indagano i carabinieri, coordinati dalla pm Carla Spagnuolo, al lavoro sui numerosi indizi trovati sul luogo dell’aggressione. Nel salotto dell’appartamento in via Torino, infatti, dove un familiare e un vicino si sono trovati davanti al corpo del 63enne esanime in una pozza di sangue, ferito a morte da diverse coltellate, gli investigatori avrebbero trovato decine di tracce: impronte digitali e sangue che ritengono riconducibili non solo alla vittima ma anche al killer. Analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della strada e mettendo insieme i racconti di amici, parenti e vicini di casa, sono ora al lavoro per dare un volto e un nome all’assassino. Si attendono, inoltre, i tabulati telefonici per ricostruire gli ultimi contatti della vittima e l’analisi del contenuto del cellulare, con il dettaglio di chiamate ed eventuali messaggi utili a dare una direzione precisa alle indagini.

Al momento, quindi, sembra scemare l’ipotesi di una rapina finita male. L’appartamento in disordine, infatti, non deriverebbe dall’azione di un ladro in azione, bensì da un violento litigio, finito in colluttazione. Del resto non sono stati rilevati segni di effrazione. La porta di ingresso era chiusa, senza le mandate date alla serratura e non è escluso che sia stato proprio il 63enne ad aprire al suo assassino lasciandolo, o lasciandola, entrare in casa. Il killer, quindi, dopo aver lasciato Dogna in una pozza di sangue, forse già morto, avrebbe chiuso il portone dietro di sé per poi fuggire. E non è escluso che lo stesso assassino sia rimasto ferito, tanto che le tracce di sangue rinvenute sulle scale esterne e sull’asfalto della strada potrebbero essere sue, anche se sarà l’esame del dna ad accertarlo.

Determinante sarà anche l’esito dell’autopsia, affidata al professor Davide Ferorelli dell’istituto di medicina legale del Policlinico di Bari. L’autopsia sarà eseguita oggi e dovrà stabilire non soltanto il tipo di lama usato, il numero delle coltellate inferte, dove abbiano colpito la vittima e quali abbiano ucciso il 63enne, ma anche da che distanza e in quale direzione, per ricostruire la dinamica dell’aggressione. E, ancora più importante, il corpo stesso di Dogna potrebbe rivelare l’identità del killer. Se infatti i due hanno «lottato» prima che il 63enne cadesse inerme sotto i colpi di coltello, l’aggressore potrebbe aver lasciato tracce di sé sotto le unghie della vittima.

Il contesto sul quale in ogni caso gli inquirenti si stanno concentrando è quindi quello della vita privata di Francesco Dogna, definito da tutti una persona buona e gentile, molto riservato. La notte prima di essere ammazzato, però, i vicini hanno detto di aver sentito strani rumori provenire dalla sua casa: passi insistenti e mobili spostati. È probabile che in quegli istanti si stesse consumando l’epilogo del fatale litigio, forse tra conoscenti, finito in tragedia.

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