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Bari, Romanazzi accorpato con il Giulio Cesare: Bronzini spegne le polemiche e promette tutela

Bari, Romanazzi accorpato con il Giulio Cesare: Bronzini spegne le polemiche e promette tutela

 
Davide Lattanzi

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Davide Lattanzi

Bari, Romanazzi accorpato con il Giulio Cesare: Bronzini spegne le polemiche e promette tutela

Il consigliere incaricato sul dimensionamento: «Piano studiato in modo capillare»

Giovedì 09 Gennaio 2025, 12:28

BARI - «Il piano di dimensionamento appena approvato dalla giunta regionale è scaturito da uno studio approfondito che mira a tutelare l’intero sistema scolastico e l’offerta formativa della Città Metropolitana. In tale contesto, la situazione della scuola Romanazzi si è rivelata la più discussa, ma è stata affrontata con la massima attenzione».

Per spegnere le aspre polemiche dei giorni scorsi, prova a chiarire ogni punto Marco Bronzini, consigliere del Comune di Bari, nonché ex consigliere della Città Metropolitana con delega alla «Programmazione e alla edilizia scolastica» poi incaricato dal sindaco Vito Leccese proprio al supporto del piano di dimensionamento scolastico che partirà dall’anno 2026-27. Nel dettaglio, nell’ambito della soppressione di 18 autonomie scolastiche per la Puglia, la strategia per il territorio del capoluogo prevede l’annessione dell’alberghiero «Calamandrei» all’Ipseoa Perotti, l’accorpamento all’«Elena di Savoia» dell’istituto nautico Caracciolo, nonchè degli indirizzi aeronautico e logistica dell’attuale «Euclide-Caracciolo», l’annessione all’istituto «Lenoci» dell’Euclide solo dell’indirizzo Cat, infine l’annessine al «Giulio Cesare» dell’istituto Romanazzi: due scuole storiche con precise identità e con classi di concorso spesso condivise visto i comuni indirizzi prevalenti. La diversità di vedute rispetto agli orientamenti dei consigli d’istituto ha sollevato criticità .

«Un piano capillare» «Il dimensionamento scolastico nasce da un preciso obbligo ministeriale finalizzato alla riduzione delle autonomie scolastiche nel rispetto di un algoritmo basato sul numero degli studenti iscritti di ogni ordine e grado», spiega Bronzini. «Su tali presupposti, la Città Metropolitana deve considerare l’intero tessuto territoriale, preoccupandosi soprattutto di garantire un’offerta formativa di qualità che si basa anche sulla continuità d’insegnamento. È doveroso ascoltare nella loro autonomia gli orientamenti dei singoli istituti per coglierne i suggerimenti, ma non certo per esserne vincolati aprioristicamente. In tal caso sarebbe impossibile raggiunge un imprescindibile equilibrio condiviso da tutti. In sede istituzionale il piano è stato accolto con soddisfazione generale proprio perché è stato preparato tenendo presente ogni dettaglio. Al punto tale da raccogliere l’unità d’intenti di tutte le forze presenti sia nella delibera del consiglio metropolitano, sia in quella successiva della Regione».

Il «caso» Romanazzi «Dispiace che al centro delle polemiche sia finita una scuola sulla quale si sono concentrati innumerevoli sforzi», precisa Bronzini. «Il Romanazzi è l’unico istituto che è stato demolito e risorgerà ex novo nella stessa area, grazie ad investimento di 13,5 milioni propiziato proprio dalla Città Metropolitana». Bronzini analizza i punti da cui è scaturita la decisione. «Il Romanazzi - spiega - è tra le scuole con il più basso numero di presenze. In particolare, si è passati dai 749 studenti del 2020-21 ai 461 dell’anno scolastico in corso, considerando che le iscrizioni sono state inviate a gennaio 2024, quando ancora non si potevano immaginare le conseguenze di un cambio di logistica temporanea all’epoca non noto. In tale situazione, la scuola andava necessariamente accorpata, come correttamente suggerito già dalle linee guida regionali. L’istituto ha proposto prima una fusione con il «Perotti», poi con il «Panetti-Pitagora», che, però, vanta numeri soddisfacenti ed è considerata una realtà in incremento progressivo di iscrizioni. Pertanto, si è scelta l’unione con la scuola più similare per indirizzi didattici e per vicinanza logistica. Il Giulio Cesare, a sua volta, si trova leggermente sotto la soglia di valore medio regionale. In tal modo, si è voluta conferire una maggiore stabilità generale ad entrambe le istituzioni».

Resterebbe il problema del sovrannumero dei docenti così come delle vedute differenti di alcune parti. «La perfezione non è raggiungibile», conclude Bronzini. «Tuttavia, sul primo punto, sono davvero poche le classi di concorso critiche e soprattutto con la ripresa delle iscrizioni in entrambi gli istituti il problema non si presenterà. Non sono neppure d’accordo su una visione che immagina un contesto spaccato. Il divario delle divisioni nell’ambito delle comunità scolastiche sono piuttosto sottili, peraltro con motivazioni poco condivisibili da parte dei contrari, mentre gli studenti si sono espressi a favore della fusione addirittura sottoscrivendo un documento reso pubblico. Le famiglie hanno riflettuto, compreso e condiviso il progetto: il disaccordo proviene essenzialmente da una piccola componente, nonché, come si evince dagli organi stampa, da un solo un sindacato che, peraltro, fu l’unico a manifestare disappunto alla presentazione del programma alle forze sindacali lo scorso 4 novembre, ancor prima della delibera metropolitana. Numerose, invece, sono state le attestazioni di stima dal mondo scolastico sull’intero piano. Nell’interesse dei giovani, è opportuno ormai guardare al futuro: ora si deve pensare a risollevare le sorti della scuola Romanazzi per poi riconsegnarla alla comunità nella primavera del 2026 più bella e funzionale che mai».

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