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Molfetta, randagi mordono due persone: il sindaco ne ordina la cattura ma gli animalisti si oppongono

 
Matteo Diamante

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Matteo Diamante

Molfetta, randagi mordono due persone: il sindaco ne ordina la cattura ma gli animalisti si oppongono

Scoppia la polemica: al momento sono ancora in libertà, sebbene il Comune sia fermo nel far valere la sua ordinanza con il conseguente ricovero presso il canile comunale per un periodo di osservazione

Mercoledì 08 Gennaio 2025, 10:39

MOLFETTA - Si moltiplicano le aggressioni di cani randagi in periferia. Il sindaco ordina la cattura dei randagi che si muovono in branco e in città scoppia la polemica con le associazioni animaliste. Nelle ultime settimane, sono pervenute al Comando di Polizia Locale diverse segnalazioni circa la presenza di un branco formato da 3 cani (ma potrebbero essere di più) già sterilizzati, microchippati e reimmessi sul territorio. La presenza dei randagi, che avrebbero manifestato segni di aggressività, sarebbe stata segnalata in zona ponente comparto 15. Inoltre, con una nota del 30 dicembre scorso, il dirigente scolastico dell’Istituto «Galileo Ferraris» di Molfetta segnalava nuovamente la presenza di un branco di tre cani, facendo seguito ad una prima denuncia, del 4 dicembre con cui la scuola avrebbe documentato l’aggressione di una collaboratrice scolastica da parte dei randagi che avrebbero morso la donna costringendola a fare ricorso alle cure mediche.

Al Comando di Polizia Locale è stata depositata in data 19 dicembre l’ulteriore segnalazione di una signora che lamentava come suo figlio fosse stato avvicinato dal branco, seguito e morso in maniera per fortuna lieve ad una gamba. Altre segnalazioni si sono aggiunte nei giorni a seguire. Il sindaco Tommaso Minervini ha invitato la Polizia Locale e il Dipartimento di Prevenzione Siav della Asl di avviare «congiuntamente e con urgenza, tutte le procedure atte alla cattura dei 3 cani randagi reimmessi sul territorio». La reazione delle associazioni ambientaliste non si è fatta attendere. Prima fra tutte la Lega del Cane che si è opposta al provvedimento, avviando una petizione contro la decisione del Comune. Gli attivisti sostengono che la cattura e il ricovero dei cani non siano la soluzione adeguata. Temono che il provvedimento possa mettere a rischio l’incolumità degli animali e per questo individuano in una azione educativo condotta sul territorio la strada più idonea da percorrrere.

Al momento i cani sono ancora in libertà, sebbene il Comune è fermamente a far valere la sua ordinanza con il conseguente ricovero presso il canile comunale per un periodo di osservazione.

Si tratta di una questione complessa che sta alimentando il dibattito in città e su cui ha voluto far sentire la propria voce, attraverso una nota, anche il Comitato di quartiere del Comparto 15. «Nessuno vorrebbe vedere questi cani rinchiusi in cattività - si legge - ma non si può negare che ad oggi esiste un problema. Esistono segnalazioni importanti fatte pervenire al Comando di Polizia Locale di aggressioni e morsi anche a bambini indifesi, motivo per cui è scaturita l’ordinanza di cattura da parte del Sindaco. Qui non ci sono buoni o cattivi - prosegue il Comitato di quartiere - bisogna capire che è legittimo aver paura dei cani, come è altrettanto legittima la tutela di corre il rischio di venire aggredito. In un quartiere periferico, già poco sicuro, se qualcuno si sente in pericolo e non vive tranquillo, va difeso. Riteniamo si sia applicata la via migliore e formalmente percorribile dall’Amministrazione, per rispondere a denunce e richieste di aiuto, ma siamo disposti ad ascoltare altre soluzioni a tale problematica».

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