BARI - Tra le 165 imprese che, tra il 2018 e il 2023, avrebbero ricevuto fatture per operazioni inesistenti da alcune società cartiere riconducibili a Francesco Porcelli, Luigi D’Armento, Gaetano Finestrone, Antonello Savino (tutti e 4 ai domiciliari, saranno interrogati domani), Nicola Garofalo ed Enrico Danese (interdetti) ci sarebbe anche la 'Emiliano srl' di Alessandro e Simonetta Emiliano, fratelli del governatore pugliese. L’azienda - si apprende da fonti inquirenti - e i suoi titolari non sono indagati, ma il nome della srl - specializzata nella fornitura di elementi d’arredo per negozi e locali commerciali - compare nella lista dei clienti di queste 'cartiere.
In totale gli indagati sono 31, tra cui anche un dipendente delle Poste e il direttore della filiale di Monte dei Paschi di Siena di Bitonto (Bari), città dalla quale sarebbe stata organizzata la presunta frode. I reati contestati a vario titolo sono associazione per delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti e riciclaggio. L’inchiesta è divisa in due filoni, uno di questi riguarda i presunti episodi di peculato, falso e induzione indebita per cui sono indagati quattro finanzieri (Roberto Nupieri, Rocco Cantatore, Giovanni Vessichelli e Giuseppe Iacono) e tre dipendenti dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli (Cataldo Manfredi, Giuseppe Elicio e Sonia Della Guardia). Nupieri, nello specifico, avrebbe individuato alcuni soggetti a cui proporre le false fatture emesse dalle 'cartierè. Ma le indagini, coordinate dalla stessa Gdf di Bari, hanno svelato come durante alcune perquisizioni - poi sfociate in sequestri - nel porto di Bari, i sette indagati, si sarebbero appropriati di beni come bici elettriche, pannelli solari, materiale elettrico e vestiti, e li avrebbero poi rivenduti. A Manfredi è anche contestata l’induzione indebita nei confronti di un imprenditore, dal quale avrebbe ottenuto - in occasione di controlli doganali - pranzi, cene, l’ospitalità in un lido e discoteca di Monopoli (Bari) e un viaggio di tre giorni a Dubai nel 2023.