BARI - Massimo Parisi, il fratello del boss Savinuccio tra gli arrestati dell’indagine Codice interno, si classificò 54° al concorso per operatore di esercizio (significa autista) che l’Amtab ha bandito a maggio 2009 (un mese prima delle elezioni comunali di Bari vinte da Michele Emiliano) ed ha concluso a fine 2010. Ed è stato poi assunto, inizialmente per tre mesi, nonostante non si fosse presentato alla prova di guida fissata a maggio 2010. Aveva un problema non superabile: era stato arrestato.
La vicenda è stata raccontata giovedì scorso durante il processo Codice Interno dal pentito Nicola De Santis, pure lui ex autista Amtab. Ma era già stata illustrata da Emiliano, a maggio, davanti alla commissione parlamentare antimafia dove l’ex sindaco oggi governatore della Puglia spiegò che il Comune «ebbe percezione» del cognome pesante di quel candidato, pur formalmente incensurato, e lo segnalò alla Direzione distrettuale antimafia che indagò senza rilevare reati. Tutti elementi passati al setaccio anche dagli ispettori che la prefettura di Bari ha mandato in Comune per verificare l’eventuale infiltrazione mafiosa, pare con esito negativo.
Secondo De Santis, Parisi «sapeva già che doveva entrare» in Amtab perché lui ed altri ritenuti vicini al clan si erano impegnati a cercare voti per il candidato presidente della circoscrizione Japigia di centrosinistra, Giorgio D’Amore, «e anche per, diciamo, la campagna elettorale al Comune»: il famoso incontro a Torre a Mare che l’ex sindaco Antonio Decaro ha sempre smentito: «C'era Giorgio D'Amore (un altro politico) e c'erano altri, e stavamo io, Michele De Tullio (altro arrestato in Codice Interno, pure lui dipendente Amtab, ndr) e Massimo...