In un momento storico come quello che stiamo vivendo in cui le guerre non accennano ad un cessate il fuoco, l’attenzione viene riportata ai bambini e ai più fragili che inevitabilmente ne pagano le conseguenze. E allora come non ricordare Anna Frank, giovane ebrea divenuta un simbolo della Shoah per il suo diario e per la tragica morte nell’inferno nel campo di concentramento? Lucia Schiralli, insegnante di materie letterarie presso una scuola secondaria di Bari, nel suo ultimo libro La scatola della memoria (Progedit editore, pp. 84, euro 13) che ha per sottotitolo I ricordi di Anna Frank, racconta la sua storia ai bambini attraverso due fratelli, Francesco e Monica che in soffitta, fra polvere e vecchie scatole, ritrovano il diario di Anna Frank. Monica comincia a leggere a voce alta e spesso si interrompe per rispondere alle domande del fratellino il quale si addormenta e comincia a sognare. Così Anna, insieme alla sorella Margot, si materializza e inizia la storia che tutti conosciamo. Il libro, con le illustrazioni di Simona Carbonara, sarà presentato lunedì 9 dicembre, alle 18,30, alla libreria Feltrinelli a Bari dall’autrice che dialogherà con la stessa illustratrice e con la docente Chiara Dell’Acqua.
Lucia Schiralli, Anna Frank rappresenta un simbolo dell’Olocausto e delle sue nefandezze. Come è riuscita a raccontare la sua storia ai bambini?
«Sono partita proprio da qui, dalla necessità di raccontare ai bambini quanto accaduto. Con le parole giuste e le splendide illustrazioni questo, spero, sia stato possibile. I bambini e i ragazzi hanno risorse inimmaginabili, a volte, per noi adulti.»
Cosa insegna ancora oggi la storia di Anna Frank?
«La storia di Anna ci insegna a vivere, a farlo ogni giorno con dignità e forza, sforzandoci di trovare, di scovare, il bello della vita. Cito una frase di Anna che riporto nell’albo: “Tuttavia, quando guardo il cielo penso che tutto volgerà di nuovo al bene, che anche questa angoscia terminerà, che nell’ordine del mondo torneranno la pace e il sereno, nel frattempo devo custodire con cura le mie convinzioni”. Ecco, la sua storia insegna anche questo, custodire le proprie convinzioni.»
Il lettore in questo libro può intervenire scrivendo o disegnando negli spazi a lui dedicati. È un modo per sollecitare l’immaginazione e i ricordi dei più piccoli?
«Si, si, per stimolare la loro immaginazione, per immaginare ad esempio, come fosse la casa di Anna. È un albo che permette l’ingresso del lettore, senza che venga travolto dalla vicenda, che, come ha detto lei, è tragica.»