Sabato 06 Settembre 2025 | 06:13

Bari, agitazioni e scioperi: tensione sugli accorpamenti scolastici

 
Davide Lattanzi

Reporter:

Davide Lattanzi

Critiche, agitazioni e scioperi Tensione sugli accorpamenti

Nel capoluogo interessati il «Perotti», «Calamandrei», l'istituto «Elena di Savoia» con gli indirizzi aeronautico e geometri dell'«Euclide», il «Lenoci», il «Romanazzi» e il «Giulio Cesare»

Venerdì 15 Novembre 2024, 12:06

BARI - Critiche, malumori, possibili scioperi all’orizzonte. Il piano di dimensionamento scolastico recentemente illustrato dalla Città Metropolitana di Bari continua a provocare agitazione tra le diverse parti in causa che lamentano il mancato ascolto delle proprie istanze e l'assenza di criteri logici nelle proposte presentate.

La riorganizzazione della rete scolastica interessa prevalentemente le scuole superiori, ma anche alcune elementari e medie. Per quanto riguarda Bari, il piano prevede l'aggregazione dell'Ipseoa «Perotti» con l'alberghiero «Calamandrei», l'accorpamento dell'istituto «Elena di Savoia» con gli indirizzi aeronautico e geometri dell'«Euclide», l'unione dell'istituto «Lenoci» con il nautico dell'Euclide, infine la fusione dell'Iiss «Romanazzi» con il «Giulio Cesare». Peraltro, l'Elena di Savoia e il Calamandrei sono un unico istituto che sarebbe sezionato per aggiungersi ad altre realtà. Così come la connessione tra Romanazzi e Giulio Cesare è stata perentoriamente esclusa dalle due realtà.

I direttori dei servizi generali e amministrativi degli istituti scolastici di Bari e provincia sono in stato di agitazione. Già lo scorso 11 novembre è stato indetto uno sciopero contro gli insostenibili carichi di lavoro, a parità di retribuzione, a seguito degli accorpamenti delle istituzioni scolastiche che creano realtà con oltre 1000 alunni, più di 200 dipendenti tra personale docente e Ata e sempre con più plessi da gestire, spesso dislocati a distanza di parecchi chilometri l’uno dall’altro. Sotto accusa anche i carichi di lavoro derivanti da trasferimenti di attività amministrative originariamente in capo all’ufficio scolastico provinciale e altri enti non facenti parte del Ministero dell’Istruzione e del merito. Gli amministrativi chiedono anche un incremento sostanziale dell’indennità di direzione che valorizzi economicamente le elevate responsabilità assunte, la collocazione nell’area dirigenziale dell’Istruzione e Ricerca, la partecipazione ai concorsi per dirigente scolastico e dirigente tecnico del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

«La città metropolitana di Bari ha stravolto le proposte del tavolo tecnico dello scorso settembre con l'Ufficio Scolastico Regionale e la Regione Puglia», commenta Gianni Verga, segretario generale Uil Scuola Puglia Bari e Bat. «Ci sarebbero state anche altre realtà sulle quali poter intervenire, senza la necessità di scomporre o aggregare scuole in possesso di una identità storica che peraltro non avevano richiesto alcun intervento. Non si può andare oltre le delibere degli organi collegiali o sostituirsi ad essi con decisioni meramente politiche intervenendo su scuole che godono di ottima salute. Così si realizzano soltanto danni: agli istituti, a migliaia di studenti baresi e alle loro famiglie».

Anche i presidi «bacchettano» Una ferma presa di posizione è giunta anche dall'Associazione Nazionale Presidi Puglia. «Ad agosto - rileva il presidente di Anp Puglia, Roberto Romito - la Regione Puglia, che è l’ente decisore del piano di riorganizzazione scolastica, ha varato le sue linee guida prevedendo la soppressione di 18 autonomie scolastiche, corrispondenti alla cancellazione di altrettanti posti di dirigente scolastico, di cui quattro da operarsi su Bari. La raccomandazione era realizzare soprattutto aggregazioni o fusioni fra scuole superiori, ma anche completare i processi di verticalizzazione fondendo fra loro le residue primarie e medie ancora oggi singolarmente autonome. Tuttavia, la Città Metropolitana ha sparigliato le carte già in tavola generando il risultato di una sgradevole sensazione di non governo e di improvvisazione su una questione che, invece, avrebbe dovuto essere decisiva per la qualità e la stabilità dell’offerta formativa territoriale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)