BARI - Un cordone sanitario steso intorno a tutti quelli che tra maggio e novembre 2021 hanno avuto a che fare con Donato Mottola, l’uomo che consegnò all’ex capo della Protezione civile Mario Lerario la mazzetta di 20mila euro nascosta nella manzetta di carne e che per questo a fine 2021 ha anche assaggiato il carcere. Ed è così, lavorando sui possibili rapporti illeciti dell’imprenditore che durante il covid ha fornito alla Regione moduli prefabbricati per decine di milioni di euro, che è nata l’inchiesta sulle mazzette alla Asl di Bari. Un fascicolo che non riguarda solo la più importante azienda sanitaria pugliese.
A gennaio 2024 il procuratore Roberto Rossi ha infatti mandato i finanzieri del gruppo Anticorruzione comandati dal tenente colonnello Pasquale Pepe a raccogliere atti in due Comuni della provincia di Bari. I militari sono stati a Gioia del Colle, dove la Dmeco di Mottola aveva fornito una struttura modulare da adibire a scuola e dove sono saltati fuori i rapporti con un funzionario comunale cui l’imprenditore di Noci avrebbe promesso il 20% arrivando a incontrare un esponente politico. Stessa storia anche a Bitritto, per un’altra fornitura di una scuola primaria modulare.
Nelle intercettazioni di Mottola fatte all’epoca dell’indagine su Lerario l’imprenditore di Noci sembra considerare normale che per vincere un appalto sia necessario pagare («Perché funziona così»).
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