BARI - Il «positioning» di un cellulare si ottiene triangolando i segnali delle celle telefoniche. Permette di conoscerne la posizione, in un cerchio di raggio più o meno ampio, e viene usato spesso nelle investigazioni giudiziarie per quello che si chiama inseguimento virtuale. Le piattaforme che elaborano il positioning richiedono l’accesso in tempo reale a dati delle compagnie telefoniche, forniti - su decreto dell’autorità giudiziaria - alle forze dell’ordine. Gli spioni milanesi della Equalize invece riuscivano ad ottenere il positioning grazie alla compagnia svizzera di un 50enne milanese. E lo usavano, tra le altre cose, per far eseguire pedinamenti. Soprattutto su Bari.
La storia che emerge dalle carte dell’inchiesta dei carabinieri racconta infatti di un investigatore barese, un ex poliziotto, che lavorava per l’ex collega Carmine Gallo, finito ai domiciliari venerdì, e su commissione dell’imprenditore romano Lorenzo Sbraccia, 57 anni, l’uomo che faceva - tra l’altro - spiare Amalia Alicino, moglie di Gianluca Jacobini, ex condirettore e vicedirettore generale della Popolare di Bari. Sbraccia, dunque. «Quando ti chiedo quei servizi - dice Gallo ad Andrea De Donno, l’uomo che gli fornisce (non gratis) i positioning -, io c’ho un unico cliente, io non li faccio sti servizi qua di pedinamenti, ste cose qua, non li faccio mai, se li faccio incarico qualcuno che ha bisogno di lavorare... Però c’è un solo cliente che mi scassa i c... ogni tanto e gli dico, non farlo, (...) io per questo mi rivolgo a te!». Sbraccia, imprenditore edile, ha con la Equalize un contratto da 400mila euro l’anno, forse il più lucroso per la società dell’ex poliziotto Gallo. Logico che non gli si possa dire di no.
E dunque, quando Sbraccia chiede di seguire un target su Bari, Gallo si rivolge al suo ex collega Oreste Dell'Ernia, 64 anni, «uno fidato», denunciato insieme agli altri per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio e accesso abusivo a sistemi informatici. A ottobre 2022 l’investigatore privato barese viene mandato a seguire un’auto a Japigia: «Allora Carmine ti aggiorno. Sono tornato indietro è rientrata la macchina sua... Tieni conto che questa macchina nuova ed è completamente oscurata i vetri... non si vede niente... È rientrata a casa alle 9,30 (...). Siccome quella è una macchina che costa 163mila euro mi è venuto in testa di seguirla, nel seguirla ho visto che si è buttata nella stradina dove abita lui...». Chi indaga non ha compreso il nome del target inviato all’investigatore. Ha però accertato che a innescare il pedinamento sono stati i positioning forniti da De Donno...