BARI - È stata firmata la nuova ordinanza «anti-degrado» riguardante il centro di Bari, in particolare l'area di piazza Moro, piazza Umberto e zone limitrofe. Il nuovo provvedimento riprende sostanzialmente quello adottato il 7 agosto e che ha cessato i propri effetti il 30 settembre, fatta eccezione per le regole anti bivacco. La precedente ordinanza, infatti, vietava di occupare il suolo pubblico con indumenti, coperte e cartoni, andando così a colpire i tanti senzatetto che stazionano di notte nelle aree interessate. La misura era diventata un caso politico, con Michele Laforgia che ne chiese «l’immediato ritiro» perché andava a «colpire i più deboli».
Il sindaco Vito Lecce, adesso, ha cancellato il provvedimento «anti clochard»: durante le attività di controllo degli scorsi mesi, infatti, non sono stati rilevati problemi legati allo stazionamento diurno o notturno di persone nelle piazze interessate. Restano invece immutate le direttive sulla distribuzione di alcool, in quanto «l’emergenza sociale nelle aree adiacenti alla stazione centrale - ha commentato il sindaco Vito Leccese - è legata essenzialmente all’abuso di alcol e droghe».
La nuova ordinanza comunale, dunque, conferma il divieto di vendere e somministrare per asporto bevande in bottiglie o in contenitori di vetro dalle ore 20 alle ore 7. Inoltre, nell'arco delle 24 ore, sarà possibile consumare bevande alcoliche soltanto nei locali che prevedono il consumo sul posto (e quindi nelle loro aree di pertinenza). Il provvedimento riguarda anche le vie (nei tratti compresi tra piazza Moro e piazza Umberto) di corso Italia, Sparano, Niccolò dell’Arca, Davanzati e De Cesare. Sono previste multe fino a 500 euro per i trasgressori.
Dal 7 agosto al 30 settembre, periodo in cui era in vigore la prima ordinanza anti degrado, la Polizia locale ha effettuato 95 interventi: 50 interventi in piazza Moro e 45 in piazza Umberto, la gran parte relativa ad arresti, denunce e segnalazioni per detenzione e spaccio di droga, anche con minorenni protagonisti, aggressioni, litigi, minacce e resistenza a pubblici ufficiali.