BARI - «Se qualcuno ha qualcosa da denunciare di rilevante, sono certo che avrà le firme di tutti i soggetti politici di questa città perché il voto di scambio a Bari è un problema gigantesco. In questo momento sono ancora ai domiciliari, perché avrebbero potuto inquinare il ballottaggio, il marito di un'assessora regionale di Michele Emiliano (che si è dimessa dall'incarico); e un ex assessore regionale di Michele Emiliano. Sono certo che nessuno abbia alcun tipo di difficoltà nel denunciare episodi circostanziati, ove ne dovesse essere a conoscenza. Sono pronto a mettere la mia firma quale che sia il campo dove si è verificato, perché Laforgia non l'ha detto, può essere quello di Leccese, il suo, o del centrodestra».
Lo ha detto il candidato sindaco di Bari del centrodestra, il leghista Fabio Romito, nel corso di un dibattito su Sky, parlando della denuncia presentata dall'avvocato ed candidato sindaco sconfitto al primo turno, Michele Laforgia, su presunti voti di scambio alle elezioni dell'8 e 9 giugno scorsi. «Ci sono state tante cose strane in questo primo turno - ha aggiunto Romito -. La prima: Laforgia si ricorda di fare questo esposto e di annunciarlo solo ieri. E' la prima cosa che mi sorprende, perché se uno ha contezza di episodi di tale portata li denuncia pubblicamente e dal punto di vista giudiziario nell'immediato, non aspetta dieci giorni. Di episodi strani ce ne sono stati diversi, anche assessori in carica che hanno fatto campagna elettorale utilizzando spesso la macchina amministrativa, organizzando incontri in cooperative che sono dipendenti dal Comune di Bari o appaltatrici del Comune; assessori che arringavano la folla sulle gradinate di una chiesa che percepisce lauti finanziamenti da parte del Comune di Bari per un progetto in progetto in particolare». «Abbiamo visto - ha concluso Romito - la sostituzione di 200 presidenti di seggio, per carità secondo norma, dall'ufficio che ricopriva il candidato sindaco Vito Leccese, e nei seggi ne abbiamo viste di tutti i colori».
«L'avvocato Laforgia è un noto penalista che soprattutto nel periodo pre campagna elettorale ha richiamato spesso l'attenzione su possibili episodi di inquinamento e condizionamento del voto. Quindi bene ha fatto a sporgere denuncia, poi sarà compito della magistratura verificare eventuali reati commessi. Spetta però alla politica tenere la guardia alta sul voto di scambio che soprattutto a queste latitudini è un malcostume molto frequente». E' quanto ha replicato il candidato sindaco di Bari per il centrosinistra, Vito Leccese.
«In questa campagna elettorale - ha evidenziato Leccese - l'ho percepito meno rispetto al passato, speravo fosse un lontano ricordo, ma se Laforgia ha fatto denuncia, credo abbia avuto notizie circostanziate. Non ho dubbi sul desiderio di un politico, che oggi ha raccolto il 21% dei consensi in città, di fare chiarezza. Il voto di scambio rende asfittica la democrazia e vulnerabili le istituzioni. E' compito della politica mettere in atto ogni forma di contrasto». Sui 200 presidenti di seggio sostituiti? «Ho letto i dati, sono state effettuate 175 sostituzioni - ha spiegato Leccese - che sono in linea rispetto al fenomeno che si verifica a ogni elezione. Alle regionali del 2020 ci furono 220 defezioni da parte dei presidenti. Anche alle ultime elezioni politiche, con 220 sostituzioni, il centrodestra ha vinto largamente in città. Tra l'altro il Comune di Bari è la prima città in Italia che si è dotata di un albo dei presidenti delegati dal sindaco per le sostituzioni».
ROMITO: SPERO CHE IL COMUNE DI BARI EVITI L'ONTA DEL COMMISSARIAMENTO
«Credo che a Bari - ha poi proseguito Romito - ci sia bisogno di una ventata di aria fresca perché quello che è capitato è figlio di un sistema che dura da vent'anni e che ha omesso di controllare. Noi speriamo tutti, che si vinca o si perda, che la città di Bari possa evitare l’onta del commissariamento. Ma io non ho l’arroganza di dire ai commissari inviati dal ministero quale debba essere il loro perimetro d’azione. Io voglio che al Comune di Bari ci sia una totale pulizia. E non ho apprezzato la manifestazione della sinistra barese in cui si è chiamato criminale il ministro dell’Interno. Fossi stato il sindaco di Bari avrei accolto a braccia aperte i commissari».
Il riferimento è agli ispettori nominati dalla Prefettura di Bari dopo gli arresti dello scorso 26 febbraio per voto di scambio politico-mafioso alle elezioni comunali del 2019. Dovranno fare una relazione per valutare se ci sono i presupposti per lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose.
Romito ha aggiunto che «i locali dell’Amtab», sotto amministrazione giudiziaria a seguito dell'inchiesta Codice Interno della Dda di Bari, «venivano usati per celebrare delle riunioni di consorterie criminali». «In Retegas - ha proseguito - i parenti dei politici venivano assunti al posto dei ragazzi meritevoli che pagavano 10 euro per fare il concorso. Quello che è capitato a Bari è indicibile. Facciamo campagna elettorale con un peso sul cuore». «L'idea di poter arrivare al commissariamento non fa brillare gli occhi nè miei nè di Leccese - ha concluso - che rappresenta la continuità rispetto a questi venti anni di governo».
«La commissione d'accesso - ha replicato Leccese - è stata accolta con grande favore, è stato messo a disposizione tutto ciò che è stato chiesto dagli ispettori perché si possa fare chiarezza. E' nell'interesse del sindaco e dell'amministrazione comunale fare chiarezza se ci sono stati episodi di condizionamento delle organizzazioni criminali. La città ha manifestato a tutela della città e del sindaco che non c'entra assolutamente nulla con i fatti che sono contestati». Quanto alle indagini sull'Amtab, Leccese ha spiegato che «alcuni personaggi sono entrati in un periodo in cui la amministrava il centrodestra».