BARI - Ha negato tutto Sandro Cataldo, presunto ideatore del sistema di compravendita dei voti che giovedì scorso ha portato ai domiciliari sette persone tra cui l’ex marito dell’assessora regionale Anita Maurodinoia. Cataldo è stato sentito nell’interrogatorio di garanzia, per due ore, dal GIP De Santis davanti al procuratore aggiunto Alberto Coccioli e ai pm Claudio Pinto e Savina Toscani.
“Contro di lui ci sono solo le delazioni di De Francesco”, ha detto l’avvocato di Sandro Cataldo, Mario Malcangi. “Non c’è prova del pagamento di tangenti. Gli elenchi dei votanti trovati durante le indagini sono normali nell’organizzazione di una campagna elettorale e nulla c’entrano. La difesa ha chiesto la revoca o l’ attenuazione della misura cautelare “in attesa di ulteriori approfondimenti. Confidiamo di poter chiarire le cose anche se ci vorrà tempo”.
“Riteniamo che ci siano stati episodi di corruzione elettorale - ha aggiunto l’avvocato Malcangi - che sono documentati ma non sono ascrivibili a Cataldo. Lui era certamente il coordinatore della campagna elettorale ma aveva a che fare con centinaia di persone, se qualcuno si è comportato in modo non corretto non vuol dire che ne sia responsabile lui”.
Per la Procura di Bari, Cataldo - marito dell’ex assessora regionale ai Trasporti, Anita Maurodinoia, indagata ma non sottoposta a misura - sarebbe stato il promotore di questa organizzazione che avrebbe inquinato le elezioni amministrative di Bari (2019), Grumo Appula (2020) e Triggiano (2020), oltre che le Regionali del 2020.