TERLIZZI - Che l'amore possa esistere ancora, ai tempi della «coppia che scoppia», e che soprattutto può restare intatto dopo una vita insieme lo ha dimostrato Rosanna Giancaspro di Terlizzi, una donna normale, madre, moglie e nonna, che dieci anni fa (il 26 marzo 2013) decise di donare il suo rene a suo marito, Andrea Cipriani, al quale aveva giurato amore eterno. E da quel momento sia per Andrea che per Rosanna è cominciata una «nuova» vita, tutta incentrata sul volontariato, al servizio degli altri e dei più bisognosi.
La storia è di quelle belle. Che parlano di altruismo e amore. Di coraggio e conoscenza. Oltre che di fiducia nella scienza medica.
Tutto ha inizio una quindicina di anni fa, quando Andrea (oggi poliziotto in quiescenza con un un esperienza lavorativa di tutto rispetto come investigatore in diversi commissariati della Polizia di Stato) si ammala, quindi le cure, poi il peggioramento fino alla dialisi. Cinque anni di sofferenze, un calvario interminabile.
Finchè arriva la decisione della moglie Rosanna: «Nonostante la dialisi, la sua salute peggiorava. Non lavorava più. Per i medici l’unica soluzione sarebbe stata il trapianto, serviva un donatore, ma non arrivavano organi disponibili».
Da alcuni anni la medicina prevede la possibilità di attuare la donazione e trapianto da vivente, favorendoli specialmente tra familiari. Rosanna non ci ha pensato due volte: «Il rene te lo dono io», ha detto al suo Andrea dopo lunghe liste d'attesa e già un rene definitivamente collassato. Appurata la compatibilità al 100 per cento tra di loro, caso per altro rarissimo tra non consanguinei, l'intervento fu effettuato presso il Policlinico di Bari per la prima volta con una tecnica laparoscopica tridimensionale. L’equipe chirurgica di allora, guidata dal prof. Michele Battaglia dell’Unità complessa di Urologia e Trapianto di rene, scelse quel tipo di intervento per poter assicurare alla moglie del paziente ricevente i vantaggi di un metodo poco invasivo.
Un intervento perfettamente riuscito e, a distanza di 10 anni, Andrea e Rosanna sono tornati a sorridere alla vita circondati dall'affetto dei loro tre figli (Gioacchino Daniele, Viviana e Felice), dei tre nipotini e delle tante persone che vogliono loro bene.
«Mia moglie mi ha donato un’altra vita ed è per questo che ho deciso di dedicare il mio tempo al servizio degli altri», dice l’ex poliziotto che, nel frattempo, grazie ai suoi gesti «eroici» compiuti mentre indossava la divisa, ha meritato l’onorificenza al merito della Repubblica Italiana di Cavaliere, poi di Grande Ufficiale e Commendatore. Sua moglie, invece, è Cavaliere al merito perché, dopo il gesto di amore e di altruismo nei confronti del marito, continua ad affiancare Andrea nelle sue opere quotidiane di volontariato.
«Fare del bene e aiutare gli altri è il nostro scopo di vita giornaliero - spiegano Andrea e Rosanna - Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona con amore, specialmente dei bambini, degli anziani, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore». A Terlizzi, indossano la pettorina e fanno i volontari fuori le scuole, durante il periodo Covid hanno aiutato il personale sanitario, disabili e anziani, raccolgono fondi da destinare a chi ne ha bisogno e, come se non bastasse, sono stati i promotori della prima associazione di volontariato e Protezione civile creata in seno all’ Unione Nazionale Insigniti al Merito della Repubblica italiana (Unimri). «Ci proponiamo con l’Unimri di essere l’approdo per i bisogni della gente con la nostra presenza. Il volontariato è qualcosa che doni e ricevi la soddisfazione di essere stato utile e aver compiuto il tuo dovere di cittadino. Nel tempo ci siamo dotati di attrezzature, esperienza, un locale, corsi e numerosi riconoscimenti avuti dal nostro impegno sul campo».
«Non abbiamo più un rene ma adesso sappiamo cos’è la bellezza. La bellezza di donare il nostro tempo agli altri», dicono convinti i coniugi terlizzesi che aggiungono: «Abbiamo deciso di raccontare la nostra storia per mandare un messaggio d’amore e di altruismo. Speriamo che questo arrivi a più cuori e anime possibili. La donazione di organi è importante».
Un messaggio che arriva a pochi giorni dalla «Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti 2024» che si terrà domenica 14 aprile.
«Dal 1992 in Puglia sono stati eseguiti quasi 2000 trapianti di rene e di questi, 316 tra viventi, 1478 da cadavere, 133 entrambi i reni e 3 singoli fatti per rene e fegato. I 316 trapianti tra viventi collocano la Puglia tra le cinque Regioni per trapianti programmati e l’ospedale universitario barese come primo centro in Italia per l’esecuzione di questa procedura». A parlare è il coordinatore del Centro regionale trapianti, Loreto Gesualdo.
«Stiamo crescendo molto - aggiunge - grazie alla sensibilità di tante famiglie e al lavoro di un grande team di professionisti (l’Unità operativa di Urologia e centro trapianti rene è oggi diretta dal prof. Pasquale Ditonno, prima dal prof. Michele Battaglia, ndr), operatori sanitari che si sono messi a disposizione delle persone in attesa di un trapianto».
«Negli ultimi anni al Policlinico di Bari è stata introdotta nella tecnica laparoscopica tradizionale per il prelievo del rene da donatore sano, la chirurgia robot assistita, che ha ulteriormente migliorato i benefici di tale procedura. E da quest’anno è stato prima sperimentato e poi è diventato uno standard anche il contemporaneo trapianto con tecnica robotica».
«La storia di Andrea e Rosanna - conclude il prof. Gesualdo - è un esempio per tutti. Il trapianto di organo tra viventi è un dono consapevole, è un atto etico e civile nonché di grande amore verso chi soffre».