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Rissa finita in tragedia a Capurso: escluse parti civili nel processo

 
Redazione online

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Omicidio a Capurso, il dolore della mamma: «Mio figlio non c’entrava»

Sollevata l’incompetenza della Corte d’assise

Lunedì 15 Gennaio 2024, 19:12

BARI - La Corte d’assise di Bari ha escluso le parti civili che avevano chiesto di costituirsi nel processo a carico di Renato Canonico, il 61enne accusato di rissa aggravata dalla morte nella vicenda che si concluse con l'omicidio del 29enne Vito Caputo, avvenuto a Capurso (Bari) la sera dello scorso 16 marzo. La Corte - presidente Antonio Diella - accogliendo un’eccezione presentata dagli avvocati di Canonico, Massimo Chiusolo e Loredana Manginelli, ha dichiarato le costituzioni inammissibili. I legali hanno poi sollevato un’eccezione di competenza della Corte d’assise relativamente al reato per cui Canonico è a processo, eccezione condivisa dal pm Michele Ruggiero: la riserva sul punto sarà sciolta il prossimo 23 gennaio.

L’unico imputato per l’omicidio di Caputo è il figlio di Canonico, il 27enne Piero, che risponde anche del tentato omicidio di Fabio Domenico Chiarelli (amico della vittima, rimasto ferito) e ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. Anche Chiarelli è coinvolto nella vicenda e risponde dei reati di rissa, violenza privata aggravata e violazione della sorveglianza speciale. Assistito dall’avvocato Fabio Schino, Chiarelli sta seguendo la strada del patteggiamento, per il quale si discuterà il prossimo 23 febbraio. A settembre Chiarelli finì ai domiciliari, misura convertita con il carcere poco prima di Natale perché scoperto a utilizzare il cellulare. Oggi è però tornato ai domiciliari, perché le lesioni subite la sera del 16 marzo scorso richiedono un trattamento medico incompatibile con il carcere.

Quella sera, Chiarelli e Caputo organizzarono una «spedizione punitiva» - secondo l’accusa - nei confronti di Piero Canonico, ex compagno della fidanzata di Chiarelli, e del padre Renato. In auto, i due si misero all’inseguimento dell’auto dei Canonico da Cellamare (Bari) al vicino Comune di Capurso. Lì i quattro uscirono dalle auto dando vita a una rissa violentissima, nella quale Piero Canonico - secondo quanto ricostruito dagli inquirenti - avrebbe colpito con diverse coltellate sia Caputo, che morì, sia Chiarelli, che rimase ferito. 

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