BARI - Entro l’autunno sarà completata la bonifica dell’area di Torre Tresca, a ridosso di un ipogeo sottoposto a tutela archeologica e a due passi dal luogo dove in futuro dovrebbe sorgere la fermata Stadio della Bari-Bitritto.
L’Agenzia del Demanio nella scorse settimane ha aggiudicato ad una società di Lucera il «servizio di rimozione, raccolta, selezione, trasporto e smaltimento/recupero dei rifiuti presenti nel compendio di proprietà dello Stato denominato Torre Tresca», per un importo di circa 2,2 milioni di euro. A giorni sarà sottoscritto il contratto ed entro 45 giorni inizieranno i lavori che, stando al capitolato di gara, dovranno concludersi in 240 giorni.
L’area era stato concessa a ottobre 2002 al Corpo Forestale dello Stato e al Cnr. Le indagini sui suoli avevano presto rilevato il rischio che il sito fosse contaminato, pieno di rifiuti anche pericolosi depositati sul suolo e anche nel sottosuolo.
Il tavolo tecnico coordinato dalla Regione si era concluso a novembre 2019 con l’affidamento di lavori (conclusi qualche mese dopo) per la rimozione e smaltimento dei materiali contenenti amianto. A quel punto toccava al Demanio completare la bonifica, non prima di aver ottenuto il parere della Soprintendenza. Era stato il Comune, infatti, a evidenziare che «l’area di intervento è prossima al bene culturale «Insediamento rupestre Torre Tresca asse nord-sud» (ex casale di Sao o ipogeo R. Mola) sottoposto a tutela, oltre che adiacente a diverse segnalazioni archeologiche», come l’insediamento neolitico del Tondo di Carbonara.
Quindi il Demanio ha indetto la gara per la bonifica e rimozione dei rifiuti, aggiudicata a fine novembre. La ditta incaricata dovrà rimuovere i rifiuti, catalogarli e conferirli in discarica, anche mediando lavori di scavo e piccole demolizioni. «Successivamente al trattamento di recupero - si legge nel capitolato di gara - ciascuna tipologia di rifiuto dovrà essere nuovamente campionata e caratterizzata prima della stesa in sito ai fini delle attività di riqualificazione ambientale, che consiste nel riempimento dei “vuoti” rimanenti dalle operazioni di scavo e nella ricostruzione superficiale dei livelli per ripristinare lo stato dei luoghi».
L’intera area, cioè, teatro per anni di abbandoni incontrollati di rifiuti di ogni genere, sarà ripulita e restituita alla collettività, magari perché in futuro venga valorizzata anche come sito di interesse culturale.