BARI - Hanno consegnato a Papa Francesco le letterine con le loro riflessioni e un albero carico di pensieri sulla natura da rispettare e il valore dell’amicizia, scritti su foglie che erano mani aperte in segno di pace. Dopo una maratona di 20 ore, con sveglia alle 4 del mattino e ritorno a notte inoltrata, i venti bambini e bambine di 9 e 10 anni della quinta A dell’I.C. Gabelli di Bari che a Roma hanno partecipato all’evento «I Bambini incontrano il Papa», hanno rielaborato in classe l’esperienza vissuta. Raccontarsi le emozioni per capire quel dialogo fatto di parole semplici ma precise che Francesco ha fatto ripetere tutti insieme in coro, perché una voce sola, quella dei più piccoli, parlasse al mondo per lui: «La vita è un dono. La pace è bella. La voce dei bambini è necessaria».
Con loro, gli altri 230 alunni pugliesi degli I.C. Duse e Don Milani di Bari, San Giovanni Bosco di Foggia e di Lucera, partiti a bordo di 5 pullman straordinari di Busitalia dei 20 in tutt’Italia oltre ai 18 treni speciali messi a disposizione dal polo passeggeri del gruppo Fs in collaborazione con gli Uffici scolastici regionali. Nell’Aula Paolo VI hanno incontrato più di 7mila bambini provenienti da 84 Paesi per quella che padre Enzo Fortunato, coordinatore dell’evento, ha descritto come “un’onda di pace” ma anche «un'opportunità per tutti gli adulti di crescere, di riscoprire l'importanza della purezza, dell'innocenza e dell'amore che solo i più piccoli possono portare nel mondo».
E’ stato, ha detto il francescano, «un momento indimenticabile, intenso, che i bambini non dimenticheranno mai. La loro gioia è arrivata al cuore del Papa e della Chiesa in tutto il mondo. Lasciamo ora che quest’evento continui ad interrogarci e a essere lievito nella massa e riconquistiamo quella semplicità, quella genuinità e quel desiderio di stare insieme che hanno i bambini». Un appello rilanciato dalla dirigente scolastica dell’I.C. Gabelli Liliana De Robertis: “Continueremo a parlare di pace, fratellanza, unione. I bambini sanno che ci sono guerre, violenze e disuguaglianze ma dobbiamo costruire ogni giorno con ciascuno di loro apertura verso l’altro, seminare solidarietà».
A spiegarci cosa resta di quest’esperienza, con quale spirito si ritorna a scuola, sono le docenti che hanno accompagnato la classe di Santo Spirito a Roma. “Abbiamo abbracciato quest’opportunità grandissima e i bambini ci hanno trasmesso l’energia che ha trasformato la nostra emozione in attività che abbiamo portato in dono al Santo Padre. Noi adulti – dice Mariapia Bellomo - siamo un po’ ingabbiati in quella che è la vita dei grandi. I bambini invece, con i loro gesti semplici e le loro parole così spontanee e quella capacità di affrontare senza schemi predefiniti situazioni che per noi sono molto complicate, sanno sempre trovare una soluzione. Sono convinta che dovremmo ascoltarli di più perché sono proprio loro la chiave di quello che sarà un futuro migliore”. E se 14 bambini di diverse nazionalità hanno rivolto alcune domande a Papa Francesco sui temi dell’ambiente, della pace, della fratellanza e delle diseguaglianze sociali, l’insegnante di sostegno Rita Castellano sottolinea che «una volta entrati nell’Aula Paolo VI c’erano solo bambini, tutti insieme e tutti uguali, non importava più da dove arrivassero, come fossero, che lingua parlassero. Erano un gruppo unico, allegro, disordinato, vivace come sono tutti i bambini.
Anna Favuzzi aggiunge: «Al di là del momento gioioso di festa, è stato molto emozionante vedere un Papa che, pur provato e affaticato ma desideroso di stare insieme ai più semplici e ai più piccoli, abbia voluto lanciare un messaggio non solo ai bambini ma a noi adulti, invitandoci a dialogare con loro. Non solo. Un Papa che parla ai bambini è anche un messaggio molto potente per i grandi della terra».