Domenica 07 Settembre 2025 | 22:08

Bari, quindici condanne per giovani spacciatori: quasi mezzo secolo in tutto

 
Isabella Maselli

Reporter:

Isabella Maselli

Bari: quindici condanne per giovani spacciatori

Fanno tutti parte della banda del «bambino con la pistola». Turi l’epicentro delle azioni criminali

Domenica 16 Luglio 2023, 10:18

BARI - Quindici condanne fino a 17 anni di reclusione a presunti giovanissimi trafficanti e spacciatori di droga. L'inchiesta è quella che un anno fa ha portato all'arresto di 12 persone (44 in totale gli indagati). In 15 hanno fatto il rito abbreviato e per loro ora è arrivata la sentenza di primo grado.

A trasportare, custodire, tagliare, confezionare e rivendere decine di chili di droga da Bari Vecchia a Turi sarebbero stati più di quaranta giovani pusher incensurati, «insospettabili», come lo studente delle superiori custode degli stupefacenti, giovani bariste diventate esperte nel taglio delle dosi, attirati da promesse di piccoli guadagni come l’uso illimitato di internet, la tv Sky o qualche dose per sé.

IL BAMBINO CON LA PISTOLA

Tutti agli ordini di Davide Monti, figlio dell’ex braccio destro del boss mafioso Tonino Capriati, oggi 32enne già pluripregiudicato per la sua lunga storia criminale che gli è valsa, a soli 11 anni, il soprannome di «bambino con la pistola». Monti è stato più di recente protagonista di alcuni dei più eclatanti fatti di sangue di Bari, quelli della primavera di fuoco di Japigia del 2017, con una condanna in primo grado a 30 anni di reclusione. A fargli da spalla, nella città dove il gruppo criminale avrebbe insediato la sua sede operativa, Turi, il pregiudicato 27enne Vito Giuseppe Laera, soprannominato «McGregor». Per loro le condanne più pesanti, rispettivamente a 17 anni e 2 mesi e a 17 anni d 4 mesi. Tra gli insospettabili c'è la 29enne Annalisa Coppi (condannata a 7 anni, 10 mesi e 20 giorni di reclusione), figlia dell'agente penitenziario Domenico Coppi finito poi lui stesso nei guai perché ritenuto tra i torturatori di un detenuto psichiatrico nel carcere di Bari e condannato nei giorni scorsi in primo grado a 3 anni e 6 mesi di reclusione. Nel processo sul presunto traffico di droga la Dda ha ricostruito la gestione dello spaccio tra il 2017 e il 2019 da Bari verso i comuni del Sudest della provincia, non solo Turi ma anche Conversano, Putignano, Casamassima, Rutigliano, Bitonto, Noicattaro, Gioia del Colle, Altamura.

CONDANNE

Il giudice ha condannato Vincenzo Acquaviva a 5 anni e 2 mesi, Silvio Anastasio a 5 anni e 10 mesi, Nicola Cannito a 4 anni e 2 giorni, Roberto D’Addabbo a 5 anni e 6 mesi, Agostino Dispoto a 7 anni e 20 giorni, Giuseppe Giacovelli a 5 anni 5 mesi e 10 giorni, Onofrio Lorusso a 2 anni e 2 mesi, Gianvito Pedone a 9 mesi, Nicola Rogliero a 6 mesi e 20 giorni, Mirko Tatoli a 2 anni, Danilo Ventrella a 1 anno e Nicola Volpe a 6 mesi. Le indagini hanno documentato l’uso di utenze telefoniche dedicate intestate a prestanome o mezzi di comunicazione alternativi, come Whatsapp, Facebook, Telegram e chat Playstation, sulle quali l’attività illecita veniva definite con un linguaggio in codice, «dolci» e «caramelle» per la droga, «minuti» per indicarne il quantitativo (dove ogni minuto equivaleva a un grammo), «documenti» e «calcolatrice» per indicare il denaro e il bilancino di precisione usato per pesare le dosi, «ciliegie» per indicare il muretto a secco in campagna dove lo stupefacente era stato nascosto. Parte della droga rimaneva nella città vecchia per alimentare il mercato locale, il resto, invece, veniva trasportato a Turi, soprattutto da donne insospettabili, spesso scortate a distanza.

Per «salvare» i carichi di droga, poi, in due occasioni i corrieri avrebbero tentato di speronare una pattuglia durante un pedinamento e di investire un militare ad un posto di blocco. Dalle intercettazioni è emerso anche l’uso delle «violenza intimidatoria per imporre obbedienza», con pestaggi e minacce ai pusher disobbedienti. La presunta organizzazione criminale, hanno accertato le indagini, aveva inoltre una cassa comune per le spese legali e mantenere le famiglie dei sodali detenuti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)