BARI - Ha 12 anni, è ricoverato in ospedale da dieci mesi e ora non può tornare a casa perché il sottoscala dove abita la sua famiglia nel quartiere Libertà, mamma, papà e tre fratellini, tutti originari del Bangladesh, non è idoneo ad accogliere un disabile grave come lui su sedia a rotelle, bisognoso di fisioterapia e assistenza domiciliare specializzata.
E così questo sfortunato ragazzino resterà in un letto del reparto di malattie infettive dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII fino a quando la sua famiglia troverà un luogo dove poterlo accogliere. Un’impresa che si sta rivelando più difficile del previsto. La ricerca della casa è iniziata poco dopo il ricovero (i genitori non si aspettavano che sarebbe rimasto in ospedale tanto a lungo) e oggi che il loro figlio, tetraplegico, potrebbe tornare a casa ancora non hanno trovato un posto: una casa a piano terra o con ascensore e con spazi sufficienti a consentigli mobilità. Non certo il «tugurio» dove vivono adesso: un sottoscala nel cuore del quartiere Libertà, con diversi gradini stretti per arrivarci, formato da una sola stanza dove dormono e mangiano tutti i componenti della famiglia...
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