BITONTO - Un incubo durato dodici mesi, trascorsi in carcere, per un’accusa dalla quale i giudici della Prima sezione penale del Tribunale di Bari, riuniti in udienza mercoledì mattina (esattamente ad un anno dalla notifica dell’Ordinanza di custodia cautelare in carcere), hanno completamente scagionato Domenico Palumbo, 44 anni, nato a Grumo, residente a Binetto, difeso dagli avvocati Davide De Paola e Mario Barnaba, assolvendolo con formula piena «per non aver commesso il fatto».
Questa formula viene utilizzata dal giudice quando accerta che il fatto di reato è avvenuto, ma non è stato commesso dall'imputato, bensì da un'altra persona.
Non è stato Domenico Palumbo, dunque a pestare a sangue e rapinare nella sua abitazione di Bitonto nella notte tra il 9 e il 10 dicembre del 2021, l’anziano padrone di casa, portandogli via una somma di 280 euro, il telefono cellulare e una borsa Versace (nella quale vi era una carta Bancomat e una carta prepagata Fondimestic). Il vero autore dell’aggressione e della rapina dunque è ancora a piede libero, mentre hanno patteggiato la condanna le sue due complici. Si tratta di due sorelle gemelle di Toritto. Assolta invece una terza donna, accusata di aver affiancato gli altri protagonisti di questa vicenda.
Andiamo per ordine nella ricostruzione di quanto è accaduto. Mercoledì 8 dicembre 2021, la vittima riceve una telefonata da una certa Francesca. «Abbiamo un’amica in comune - gli dice -. Con lei sei stato in “intimità”. Se vuoi fare sesso con me possiamo incontrarci». L’uomo accetta l’offerta e fissa l’appuntamento «Ti aspetto domani sera a casa mia». I due si incontrano. Per fare sesso lei chiede 100 euro, lui ne offre la metà, la ragazza acconsente ma pone una condizione «prima i soldi». Il padrone di casa va nella camera da letto, apre un armadio, prende il denaro e lo consegna alla sua ospite che dopo qualche minuto però accampa una scusa ed esce dall’appartamento. «Torno subito, lascio qui il mio beauty case». Non torna.
L’anziano la contatta il giorno seguente con un messaggio Whatsapp: «Ti aspetto questa sera. Potrai riprenderti la borsa». Trascorre l’intera giornata. Lei si presenta poco dopo la mezzanotte insieme alla sorella. Le due sono gemelle. Il padrone di casa e le ragazze si accomodano in cucina. Francesca gli massaggia il collo. La sorella esce dalla stanza e quando ritorna non è più sola, con lei c’è un uomo che armato di cazzottiera aggredisce l’anziano, lo pesta a sangue e lo rapina del denaro che ha nelle tasche. Le due donne rovistano nell’armadio della camera da letto ma non trovano nulla. Prendono una borsa e escono insieme al loro complice. La vittima si reca in ospedale dove i medici fermano le emorragie, ricuciono le ferite o lo dimettono con una prognosi di 15 giorni.
Dalla denuncia partono le indagini e gli investigatori riescono a risalire alle due gemelle. Si scopre che Francesca è amica su Facebook dell’incensurato Domenico Palumbo che a sua volta frequenta sui social la donna dalla quale la stessa Francesca ha ricevuto il numero dell’anziano al quale gli investigatori mostrano le foto dei tre. Riconosce l’uomo: «È stato lui ad aggredirmi». Palumbo viene arrestato insieme alle gemelle. Le due ragazze patteggiano ed escono dal carcere. Palumbo invece proclama la sua completa estraneità ai fatti contestati.
I suoi difensori, gli avvocati Pietro Davide De Paola e Mario Barnaba consegnano ai giudici una perizia tecnica molto accurata e le dichiarazioni di diversi testimoni che collocano il loro assistito al momento dei fatti a ben 25 chilometri dalla scena del reato. Le due gemelle hanno confermato di aver conosciuto Palumbo, ma di non incontrarlo da almeno 5 anni. Dopo 12 mesi, è arrivata l’assoluzione e la fine di un incubo per Domenico Palumbo che ha potuto riacquistare la sua libertà.