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Putignano, ricovero negato a una donna malata: «Che succede al Policlinico?»

 
Flavio Campanella

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Flavio Campanella

Putignano, ricovero negato a una donna malata: «Che succede al Policlinico?»

Putignano, S.Maria degli Angeli

Dopo la lettera alla Gazzetta della figlia della donna, dall’ospedale Santa Maria degli Angeli arriva un’accusa non proprio velata nei confronti dell'azienda ospedaliero-universitaria del capoluogo

Martedì 23 Maggio 2023, 12:46

Il caso di Angela Valerio, la 62enne barese residente a Capurso ricoverata in Terapia intensiva all’ospedale di Putignano e in attesa di essere trasferita in una struttura che possa assisterla e curarla compiutamente (considerando il complesso quadro clinico che la riguarda), sta facendo emergere clamorosamente l’inadeguatezza del sistema sanitario, soprattutto quando si tratta di gestire malati fragilissimi, con annesse ripercussioni anche riguardo ai rapporti fra aziende sanitarie. Dopo la lettera alla Gazzetta della figlia della donna, Milena Graziosi, 37 anni, dalla quale sono emersi anche lo sconforto e la preoccupazione della famiglia per il rifiuto del Policlinico di ricoverare la paziente, dall’ospedale Santa Maria degli Angeli arriva un’accusa non proprio velata nei confronti della azienda ospedaliero universitaria del capoluogo. «Non è possibile - hanno evidenziato dal reparto di Anestesia e Rianimazione - che dall'ospedale di riferimento del territorio ci sia chi si ostini a negare una soluzione ritenendo di dover ospitare soltanto i pazienti del Policlinico.

Non si tratta di un presidio privato, ma di una struttura ospedaliera pubblica che peraltro ha tutte le competenze e gli strumenti per consentire un recupero alla signora. Siamo preoccupati perché attualmente non c’è più bisogno di trattenerla nella nostra Rianimazione, dove potrebbe sviluppare nuove infezioni. Semmai è necessario procedere con le riabilitazioni respiratoria e neuromotoria, in attesa che si possa riprendere il percorso neurochirurgico iniziato proprio al Policlinico. Al momento, se non interverranno novità, è prevista una soluzione ponte che prevede il trasferimento in una Rsa di Mola, dove peraltro la paziente avrebbe più tempo per stare con la famiglia. Non c’è dubbio però che sia indispensabile un trattamento terapeutico specifico, considerando anche l’eventuale esigenza di dialisi causata da una insufficienza renale per il momento attenuata».

L’intesa fra i responsabili della residenza sanitaria di Mola e l’ospedale di Putignano è di risentirsi questa mattina per decidere il trasferimento di Angela Valerio (è ricoverata al Santa Maria degli Angeli dal 15 febbraio), passaggio inevitabile senza nuove comunicazioni. Dall’unità di Medicina Fisica e Riabilitazione del Policlinico mantengono la posizione già sostenuta e riportata dalla Gazzetta: sia il numero risicato di posti letto (soltanto 8 anziché 40, da quando tre anni fa c’è stato il trasferimento da Asclepios al piano terra di Ortopedia, con gli uffici e gli ambulatori spostati nel padiglione Balestrazzi) sia un organico sottodimensionato impedirebbero una gestione puntuale («ma non è vero che ci sia stato un rifiuto di inserire la paziente in lista di attesa, semplicemente non è stato possibile definire tempi certi e dare le garanzie necessarie»), che invece potrebbe essere fornita dagli ospedali Riuniti di Foggia, disposti, per volontà del direttore generale Giuseppe Pasqualone a farsi carico della situazione («al reparto dell’ospedale foggiano non risponde nessuno», ha affermato ieri mattina Caterina Diele, responsabile di Anestesia e Rianimazione del Santa Maria degli Angeli, prima dell’intervento diretto del dg). «L’équipe del professor Andrea Santamato (barese, direttore di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’ospedale dauno - n.d.r.) ha sentito nel pomeriggio i colleghi di Putignano. Ci stiamo organizzando per l’arrivo della signora», ha chiosato Pasqualone. È emersa anche l’ipotesi Mater Dei, che però, a quanto pare, alla riabilitazione neuromotoria non potrebbe affiancare quella respiratoria, mentre sono da escludere altre destinazioni, proprio perché nessun altro presidio (pubblico e privato) ha la possibilità di fornire completa assistenza ad Angela Valerio.

Le condizioni della donna e l’odissea dell’ultimo anno sono state descritte dalla figlia dettagliatamente. «Prima di essere ricoverata nella Rianimazione di Putignano - ha raccontato Milena Graziosi - mia madre è stata operata per una emorragia cerebrale e ricoverata in Terapia intensiva al Policlinico di Bari dal 3 aprile al 12 ottobre dell’anno scorso, trasferita poi a Villa Verde a Lecce (una casa di cura convenzionata - n.d.r.) e parzialmente riabilitata. Quindi, il 1° febbraio è stata portata al Maugeri per continuare il trattamento, dove è rimasta solo 15 giorni, peraltro costretta in isolamento per una colonizzazione batterica dell’intestino. Infatti, a causa di una polmonite determinata dal Covid (con grave insufficienza respiratoria - n.d.r.) , è stato necessario riportarla di nuovo in Rianimazione, in questo caso a Putignano (tuttora riferimento della Asl per i malati Covid che necessitano di terapia intensiva - n.d.r.), dove è ospitata ormai dal lontano 15 febbraio. La nostra richiesta di intervento, che non ha ricevuto risposta da nessun ospedale, è disperata in quanto lei, tracheostomizzata e alimentata mediante la PEG, avrebbe ora bisogno di fare riabilitazione neuromotoria e respiratoria. Peraltro, potrebbe avere nuovamente bisogno di fare dialisi settimanale, anche se al momento non ne necessita».

A combattere una battaglia che è familiare, ma anche di civiltà, non c’è soltanto Milena, che a settembre sarà a sua volta madre e vuole che nonna e nipote si incontrino («se mamma muore chi ne risponderà? Chi non l’ha accettata? La sanità è un diritto e qui ce lo stanno negando», ha affermato nella lettera). Ad affiancarla c’è il fratello Gabriele, oltre a papà Vincenzo («è allucinante - hanno ribadito, riprendendo quanto già sottolineato nei giorni scorsi - pensare che in tutta la Puglia non ci siano strutture idonee, ci rifiutiamo di poterlo credere. Lei lotta, ma per cosa? Ci sembra non interessi a nessuno in quanto passano i giorni e aumentano i rifiuti da tutte le strutture a cui i medici di Putignano fanno richiesta di trasferimento»). Ma anche gli stessi medici del Santa Maria degli Angeli, che stanno seguendo la 62enne da oltre tre mesi, sono esterrefatti. «Se c’è un paziente - aggiungono - che necessita di una serie di competenze bisogna curarlo nella struttura più idonea. Del resto, la signora è giovane, vigile, lucida. Può essere recuperata. Non vorremmo entrare nelle questioni di un altra azienda, ma magari, anziché chiudere le porte al ricovero, si potrebbe considerare di spostare un altro paziente che ha la possibilità di essere riabilitato in un'altra struttura. Purtroppo non è la prima volta che il Policlinico si oppone. Durante l’emergenza Covid, per fare l’Ecmo (è una tecnica di circolazione extracorporea alla quale si ricorre temporaneamente quando i pazienti hanno un'insufficienza cardiaca o respiratoria grave che mette in pericolo la vita, condizione frequente provocata dal virus Sars-CoV-2 - n.d.r.) abbiamo avuto un sacco di problemi. Per non parlare del fatto che non si sapeva mai se nell’ospedale delle maxiemergenze della Fiera ci fossero posti disponibili. Anzi, in realtà non sapevamo proprio quanti fossero quelli previsti. Una cosa è certa: prima di riprendere il percorso neurochirurgico al Policlinico (che è dunque da completare con ulteriore intervento in sala operatoria - n.d.r.), dove l’hanno seguita fin dal principio, è necessario che ad Angela Valerio sia assicurato un recupero respiratorio e neuromotorio. Vediamo cosa succede».

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