BARI - «Abbiamo solo bisogno di aiuto e non sappiamo più a chi rivolgerci». L’appello disperato è di Milena Graziosi, 37 anni, barese residente a Capurso, che, oltre ad aver interpellato le autorità sanitarie, ha deciso di scrivere alla Gazzetta per raccontare l’odissea della madre Angela Valerio, attualmente ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Putignano. «Abbiamo interpellato - afferma - anche il presidente Michele Emiliano, chiedendo un aiuto almeno per capire il motivo per il quale mia madre non può ricevere al Policlinico le cure di cui necessita. Siamo in attesa di un trasferimento che aspettiamo ormai da circa un mese, ma l’unità di Medicina Fisica e Riabilitazione si rifiuta di accettare il ricovero e anche di metterla in lista d’attesa per cause a noi ancora sconosciute. Al momento non troviamo un centro che sia capace di prendersi cura di mia madre che ha appena 62 anni e sta per diventare nonna. È allucinante pensare che in tutta la Puglia non ci siano strutture idonee, ci rifiutiamo di poterlo credere. Lei lotta, ma per cosa? Ci sembra non interessi a nessuno in quanto passano i giorni e aumentano i rifiuti da tutte le strutture a cui i medici di Putignano fanno richiesta di trasferimento. Se mamma muore chi ne risponderà? Chi non l’ha accettata? La sanità è un diritto e qui c’è lo stanno negando. Vi prego in ginocchio, se potete fare qualcosa, aiutateci».
RISERBO Al Policlinico mantengono uno stretto riserbo perché la questione è delicata. L’unità operativa di Medicina Fisica e Riabilitazione è al centro di una diatriba che si trascina da tre anni, da quando nel marzo del 2020, in piena emergenza Covid, fu trasferita e sostanzialmente depotenziata. Attualmente gli 8 posti letto (anziché i 40 previsti) sono dislocati presso la clinica ortopedica, mentre uffici e ambulatori della riabilitazione sono al piano terra del padiglione Balestrazzi. Chi ci opera aspetta una decisione che possa ridare dignità a un lavoro fondamentale per i malati, visto che ci si occupa, fra l’altro, di riabilitare pazienti con deficit motori e cognitivi con l’obiettivo di favorire autonomia e autosufficienza, nella migliore delle ipotesi. Nel caso della madre della lettrice la presa in carico è complicata da una serie di patologie ed esigenze specifiche, ma non sarebbe un problema se non ci fosse penuria di posti letto (ce ne sono 8 e sono attualmente occupati) e soprattutto di personale che, affermano dall’entourage della professoressa Marisa Megna, direttore dell'unità complessa, è tale da rendere praticamente impossibile assistere e curare ricoverati con particolari e multiple necessità. A quanto pare, l’unica possibilità sarebbe rivolgersi agli Ospedali Riuniti di Foggia, dove ci sono competenza, disponibilità e la possibilità di avvalersi anche dell’apporto della Nefrologia, uno dei bisogni della 62enne che restringe le possibilità di ricovero in altri presidi (in cui manca la possibilità di fare la dialisi).
CONDIZIONI A spiegare nel dettaglio le condizioni della paziente è proprio la figlia nella lettera inviata alla Gazzetta. «Vi contatto perché mia madre, attualmente in Terapia intensiva, è stata ricoverata in Rianimazione del Policlinico di Bari dal 3 aprile al 12 ottobre dell’anno scorso, trasferita poi a Villa Verde a Lecce (una casa di cura convenzionata - n.d.r.) e parzialmente riabilitata. Quindi, il 1° febbraio è stata portata al Maugeri, dove è rimasta solo 15 giorni, costretta in isolamento per una colonizzazione batterica dell’intestino. A causa dell’ennesima infezione polmonare, con annesso Covid, è stato necessario portarla di nuovo in Rianimazione, in questo caso a Putignano, dove è ospitata ormai dal 15 febbraio. La nostra è una richiesta disperata in quanto avrebbe bisogno di fare neuroriabilitazione, è alimentata da PEG, è tracheostomizzata, ha un catetere vescicale per l’infusione dei farmaci e probabilmente avrà bisogno di fare dialisi settimanale, ma non con certezza in quanto sono più di dieci giorni che non ne necessita al momento. Attualmente è vigile e presente, più di un anno fa ha avuto una emorragia celebrale che l’ha portata poi a tutto il resto. Ora le difese immunitarie sono molto basse e non sappiamo come potrebbe reagire al prossimo shock settico. I medici che la stanno seguendo a Putignano attualmente dicono che il Policlinico sia l’unica strada percorribile in quanto è l’unica struttura che può seguirla sotto tutti i punti di vista. Perché non la accettano?».