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Bari, 59enne denuncia il centro per l’impiego: «Io cancellato dagli elenchi»

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Bari, 59enne denuncia il centro per l’impiego: «Io cancellato dagli elenchi»

La Procura chiede l’archiviazione, ma l’uomo si oppone

Martedì 04 Aprile 2023, 14:11

BARI - Il dramma del lavoro che manca, delle famiglie in difficoltà e ancora più in affanno dopo la pandemia, delle burocrazia che tante volte ci mette del suo nel complicare le cose. C’è tutto questo nel racconto-disavventura di un 59enne barese che ha deciso di trascinare in Tribunale il Centro per l’Impiego al quale si era rivolto.

Nella denuncia presentata ormai due anni fa, l’uomo accusava, e ancora oggi accusa, l’ufficio di collocamento di avergli impedito di essere chiamato a lavorare come ausiliario ospedaliero, nonostante in possesso della relativa qualifica professionale, escludendolo dall’elenco trasmesso alla Sanitaservice.

Per la Procura, però, l’accusa di falso è risultata infondata e il pm Marcello Quercia ha chiesto l’archiviazione del procedimento. L’uomo, tramite l’avvocato Maurizio Rogliero, ha fatto opposizione e l’udienza si discuterà il 3 maggio dinanzi alla gip Anna Perrelli.

La prima iscrizione al centro territoriale per l’impiego di Bari risale al 1986. Nel 2001 l’uomo, all’epoca giovane disoccupato, dichiarava di essere in possesso delle qualifiche di bidello, ausiliario sociosanitario e commesso d’ufficio. Alcuni anni dopo, siamo al 2006, risultava anche iscritto negli elenchi disabili con una invalidità civile riconosciuto del 70%.

A ottobre 2019 l’azienda Sanitaservice della Asl ha sottoscritto una convenzione con l’ufficio di collocamento metropolitano per la copertura di 49 posti di ausiliari/pulitori a tempo indeterminato e parziale (19 ore settimanali) riservati a persone con disabilità iscritte negli elenchi con le relative qualifiche.

Quando il centro per l’impiego ha trasmesso alla Sanitaservice i propri elenchi, il nome del 59enne non c’era.

Alla richiesta di chiarimenti da parte dell’uomo, gli uffici hanno risposto che la sua iscrizione risultava datata gennaio 2020. Di qui l’accusa, formalizzata in una querela in Procura, di aver falsificato la documentazione.

Il pm ha delegato gli accertamenti alla guardia di finanza. Le indagini hanno verificato che la formazione delle liste che il centro per l’impiego doveva trasmettere alla Sanitaservice della Asl «avveniva mediante la consultazione delle banche dati tramite l’utilizzo del sistema informatico “Sintesi”» in modo «automatico e standardizzato, impermeabile a manipolazioni esterne», che quindi «non può essere - si legge nella richiesta di archiviazione - artatamente o dolosamente indirizzato a escludere o ricomprendere determinate persone dalla lista e pertanto le risultanze evidenziate dal sistema informatico non sono suscettibili di alcuna alterazione o falsificazione manuale da parte dell’operatore». E se il sistema non ha inserito il nome del 59enne nell’elenco, evidentemente - ha ritenuto il pm - in quella data non era in possesso delle qualifiche richieste.

Alla richiesta di archiviazione si è opposto il lavoratore. Nella opposizione si evidenzia che l’unica attività d’indagine fatta dopo la denuncia è consistita nel raccogliere le dichiarazioni del responsabile del centro per l’impiego, del legale rappresentante della Sanitaservice della Asl, dell’operatore del desk del sistema informativo e di una dirigente dell’Arpal, senza disporre una consulenza che accertasse davvero l’automatismo del sistema ma solo fidandosi delle parole dei testimoni. Secondo la difesa, infatti, «vi è la possibilità di inserire i dati secondo modi, tempi e metodi differenti». Di questo accusa e difesa discuteranno dinanzi a un giudice tra un mese.

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