Alla presenza del viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, e del sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, il Corpo della polizia penitenziaria ha festeggiato i 206 anni dalla fondazione nell’Agorà della sede del Consiglio regionale della Puglia. L’inno nazionale, eseguito dalla Fanfara dell’Istituto Comprensivo Massari - Galilei e la marcia di ordinanza della polizia penitenziaria, hanno preceduto la proiezione di un video sulle attività svolte dalle donne e dagli uomini in divisa.
Ad aprire gli interventi è stato il saluto della presidente del Consiglio, Loredana Capone, a seguire ci sono stati gli interventi del viceministro Francesco Paolo Sisto, che «ha confermato l’attenzione del governo per il fondamentale lavoro svolto dalla Penitenziaria, assicurando ogni giorno, grazie alla grande professionalità delle donne e degli uomini che ne fanno parte, il massimo grado possibile di convivenza all’interno di un mondo penitenziario che merita interventi non più procrastinabili». La cerimonia è proseguita con la lettura di un messaggio del capo del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo. A seguire, i saluti della dottoressa Francesca Maria De Musso, comandante del reparto di polizia penitenziaria della Casa circondariale «Francesco Rucci" di Bari e della dottoressa Valeria Pire, direttore con incarico superiore della Casa circondariale «Francesco Rucci» di Bari. La cerimonia è stata chiusa con le consegne dei riconoscimenti al personale di polizia penitenziaria della Puglia e Basilicata.
LE DICHIARAZIONI DI SISTO
«Le scelte della politica molte volte sono indipendenti e imprevedibili, le polemiche tra maggioranza e opposizione qualche volta comportano delle difficoltà di percezione del perché accadono determinate situazione. Il tema rimane, riguarda la tutela dei minori e da questo punto di vista non soltanto il ministero ma anche Forza Italia sono sempre molto sensibili. Per noi i bambini vengono prima di tutto, i bambini vanno tutelati. La politica, il parlamento troveranno il modo e le ragioni per intervenire. L’attenzione del ministero è massima».
Cosi il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, a Bari, a margine della cerimonia celebrativa del 206° anniversario di fondazione del Corpo della Polizia Penitenziaria, ha risposto ad una domanda dei cronisti sulle polemiche tra maggioranza e opposizione sulla proposta di legge sulle mamme detenute. La proposta era stata inizialmente presentata dal Pd, che però ha deciso di ritirare il ddl dopo un duro scontro avvenuto in Commissione. Il nodo della questione è nella proposta del centrodestra di tenere le mamme e i figli in carcere in caso di recidiva.
«Con la riforma recente si porta a eseguire la pena anche fuori dal carcere, questo è di sollievo non soltanto per le strutture carcerarie ma anche per la polizia penitenziaria per avere meno impegni all’interno di queste realtà. L’esecuzione penale esterna deve essere un altro punto di riferimento del sistema penitenziario, perché consente di adeguare le pene ai soggetti. Il carcere non sarà l’unica soluzione possibile».
Oggi «il tema principale è la tutela della polizia penitenziaria, come momento fondamentale per le terapie di sicurezza e rieducative previste dall’articolo 27 della Costituzione. La polizia penitenziaria è soggetta a degli stress incredibili, sono dei veri e propri eroi che si accollano delle responsabilità importanti. E’ come se condividessero tutto quello che oggi l’esperienza carceraria comporta per il Paese, luoghi difficili che hanno bisogno di interventi». Lo ha detto il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, a Bari, a margine della cerimonia celebrativa del 206° anniversario di fondazione del Corpo della Polizia penitenziaria.
«Ma soprattutto - ha aggiunto - la polizia penitenziaria ha bisogno di essere rinvigorita nel corpo, essere aiutata nelle strutture logistiche, penso alle caserme, e soprattutto essere messa nelle condizioni di offrire un servizio di qualità con le tecnologie. Ed è su questo che noi ci stiamo impegnando, penso alla videosorveglianza che è ormai una realtà in quasi tutti gli istituti carcerari. Si sta cercando con il sostegno psicologico di aiutare a sopportare le fatiche quotidiane, insomma un ministero iper attivo sul piano delle assunzioni e sul piano della condivisione con la polizia penitenziaria».
GEMMATO: LA TELEMEDICINA PER EVITARE TRASFERTE
Tra i problemi dei penitenziari italiani c'è quello della «sanità» che, pur essendo «un fiore all’occhiello ha delle criticità perché gli agenti sono costretti ad uscire dal carcere per accompagnare i detenuti" mentre «si potrebbe ricorrere alla telemedicina». Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, a margine della cerimonia celebrativa del 206° anniversario di fondazione del Corpo della polizia penitenziaria. Si potrebbe quindi «dotare - ha aggiunto - quello che è una eccellenza del nostro carcere, cioè la presenza di un punto sanitario, anche di telemedicina in modo da evitare queste traduzioni fuori dal carcere» che rappresentano «un dispendio ulteriore di energie e di personale».
«Siamo oggi qui a testimoniare - ha aggiunto - la vicinanza del governo Meloni alla polizia penitenziaria e più in generale agli uomini in divisa che mantengono la pace sociale in Italia. Non è una presenza di forma ma di sostanza, essere vicini alle istituzioni è il tratto comune del governo Meloni».
CAPONE: CARENZA PERSONALE E SOVRAFFOLLAMENTO LE CRITICITA'
«Le carenze strutturali testimoniano un’attività di lavoro davvero difficile, poi abbiamo un sovraffollamento da un lato e dall’altro una carenza di personale. Denunciano i dati che ci sono mille persone in meno rispetto a quelle che sarebbero necessarie, dunque non bastano evidentemente nemmeno i concorsi che sono stati attivati». Lo ha detto, a Bari, la presidente del Consiglio regionale pugliese e vicepresidente del Pd, Loredana Capone, a margine della cerimonia celebrativa del 206° anniversario di fondazione del Corpo della polizia penitenziaria.
«Noi - ha aggiunto - in Consiglio regionale cerchiamo di dare una mano per mettere insieme le diverse istituzioni che si occupano della qualità della vita in carcere e del presidio di sicurezza che bisogna assicurare. Soprattutto per quanto riguarda le condizioni sanitarie abbiamo fatto diversi Tavoli con il garante delle persone detenute. Purtroppo sono molti i problemi da risolvere e le criticità, purtroppo ci sono stati tanti suicidi in carcere, bisogna dotarsi di quelle strutture necessarie per questioni psicologiche e psichiatriche».