BARI - Al setaccio ci sono le procedure, ma anche le forniture attraverso le quali è stato realizzato l’ospedale covid della Fiera del Levante per capire se davvero - come si sospetta - gli affidamenti siano stati predeterminati a tavolino. L’inchiesta della Procura di Bari, che a cavallo di Natale ha fatto notificare un avviso di proroga delle indagini, si concentra sugli aspetti operativi che hanno portato la Protezione civile a spendere circa 25 milioni di euro.
La proroga disposta dal gip Anna Perrelli riguarda l’ex capo della Protezione civile pugliese, Mario Lerario, arrestato in flagranza il 23 dicembre 2022 e tuttora ai domiciliari, l’ex Responsabile unico del procedimento, il funzionario regionale Antonio Mercurio, e il legale rappresentante della impresa appaltatrice, l’Ati Cobar-Oxygen, Domenico Barozzi. Le accuse ipotizzate sono di corruzione (per il solo Lerario), falso in atto pubblico e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, con una «attività illecita in atto» secondo la Procura.
La Finanza sta passando al setaccio tutti gli atti firmati da Lerario e dal Rup Mercurio, attraverso i quali la Regione ha speso 8,8 milioni in più rispetto al preventivato. Secondo gli stessi (nuovi) collaudatori nominati dalla Regione, i documenti non permettono di capire se le opere aggiuntive siano state effettivamente realizzate: su questo anche la Procura ha affidato una perizia tecnica, non ancora depositata, ma che secondo alcune note esplicative potrebbe arrivare a risultati non molto dissimili da quelli rilevati dai collaudatori.
E mentre ieri il direttore generale dell’agenzia Asset, Elio Sannicandro, ha coordinato i nuovi sopralluoghi tecnici nei padiglioni della Fiera del Levante finalizzati a mappare in tre dimensioni le opere realizzate (una tecnica che permetterà di averne traccia anche dopo che le strutture verranno smantellate definitivamente), la giunta regionale deve far fronte alle numerose altre irregolarità registrate negli affidamenti della Protezione civile all’epoca guidata da Lerario. Nella penultima riunione del 2022 (quella del 27 dicembre) l’esecutivo regionale ha infatti approvato cinque disegni di legge contenenti altrettanti debiti fuori bilancio collegati con l’emergenza covid e in particolare con la gestione dell’ospedale (per le opere di manutenzione ordinaria) e della fabbrica delle mascherine (per l’ordinario funzionamento, l’acquisto di materie prime e lo smaltimento dei rifiuti speciali prodotti dagli impianti), oltre che per il magazzino dei Dpi e dei materiali sanitari utilizzati durante la pandemia. In tutto si tratta di circa 500mila euro, soldi che sono stati utilizzati in assenza di impegno di spesa e per i quali, adesso, bisogna regolarizzare le carte.