BARI - Tra un milione e un milione e mezzo di spesa «ingiustificata» a fronte dei 19,7 milioni spesi per l’appalto dell’ospedale covid della Fiera del Levante. È questa la valutazione fatta dalla task force della Regione al termine degli accertamenti svolti sulle procedure della Protezione civile gestite dall’ex dirigente Mario Lerario. Una valutazione, quella dei tecnici nominati dal governatore Michele Emiliano, su cui le imprese appaltatrici ovviamente non concordano.
Le imprese (Barozzi e Item Oxygen, aggiudicatarie per 8,3 milioni dell’appalto poi lievitato di altri 8,8 milioni a colpi di ordini di servizio del direttore dei lavori: il totale comprensivo di attrezzature supera i 25 milioni) hanno consegnato alla Regione tutta la documentazione relativa alle opere effettuate sul cantiere, che ritengono perfettamente rispondenti ai progetti e alle richieste arrivate di volta in volta. La task force regionale (di cui fanno parte alcuni componenti del Nirs, il Nucleo degli ispettori sanitari) ha effettuato un confronto delle voci più rilevanti di prezzo rispetto alla letteratura tecnica ed ha dunque fatto una valutazione secondo cui, appunto, ci sarebbero extracosti non giustificati nell’ordine del milione-milione e mezzo. Una contestazione rispetto a cui le imprese hanno risposto spiegando che gli aumenti, se ci sono, sono dovuti all’urgenza: hanno dovuto acquistare materiali e attrezzature non al miglior prezzo, ma seguendo la disponibilità di mercato in un periodo storico (fine 2020-inizio 2021) caratterizzato da forte scarsità.
È un argomento che dovrà essere esaminato anche dalla Procura di Bari, nell’ambito della consulenza tecnica affidata venerdì scorso all’architetto lodigiano Maurizio Bracchi cui il procuratore Roberto Rossi e l’aggiunto Alessio Coccioli hanno chiesto di «accertare congruità e conformità nell’esecuzione dei lavori». L’argomento dell’urgenza, infatti, non è secondario, perché contraddice un altro degli elementi posti dalla Procura alla base dell’ipotesi di turbativa d’asta e falso finora contestata a Lerario (arrestato il 23 dicembre e in attesa di processo per corruzione), all’ex Responsabile unico del procedimento, il funzionario regionale Antonio Mercurio, e al legale rappresentante dell’impresa appaltatrice Cobar di Altamura, Domenico Barozzi: le indagini della Finanza ritengono che la Cobar sapesse in anticipo dell’appalto (tanto da aver depositato un computo metrico per le sale operatorie predisposto prima ancora che la gara fosse stata pubblicata), ma viceversa le imprese dicono di aver speso di più proprio per essere state costrette a muoversi nei tempi ristretti fissati dal contratto.
La consulenza tecnica richiederà una serie di sopralluoghi all’interno dell’ospedale covid, da effettuare insieme alla Finanza. Ospedale che dovrà essere smantellato: la legge consente di mantenerlo fino al 31 dicembre, ma la Regione il 17 maggio ha chiesto al Policlinico di Bari di avviare le procedure per la dismissione. Per svuotare i tre padiglioni e trasferire le attrezzature servirà un nuovo appalto, almeno due mesi di lavori e una cifra che potrebbe arrivare a due milioni di euro.