BARI - La notizia è allarmante. I distaccamenti cittadini della Fiera e di Carrassi dei Vigili del fuoco rischiano di chiudere con ripercussioni potenzialmente rilevanti sul servizio, soprattutto durante la stagione estiva, quando il numero di interventi aumenta a causa dell’intensificarsi degli incendi. A confermarlo è Tobia Morelli, coordinatore Cgil Area metropolitana Vigili del fuoco. «La situazione è al limite - afferma - per questo parteciperemo, dopo aver proclamato ad aprile lo stato di agitazione, al sit in che si terrà in piazza Prefettura a Bari il 14 giugno cui parteciperanno i colleghi di tutta la regione. Le nostre richieste sono state disattese. Non è possibile continuare in queste condizioni. Più volte abbiamo evidenziato la grave carenza di personale operativo, amministrativo e direttivo del Comando metropolitano di Bari. Il Comando provinciale Vigili del fuoco di Bari, quinto in Italia nella classificazione dei Comandi, risulta, senza ombra di smentita e dati alla mano, il più penalizzato tra i Comandi classificati come Prima Categoria (stando al decreto relativo alla distribuzione territoriale delle dotazioni organiche - n.d.r.). La mancanza di personale ha ormai assunto il carattere della cronicità costringendo i lavoratori ad effettuare numerosi rimpiazzi, vedendosi privare frequentemente il diritto alle ferie, senza contemplare gli spostamenti che vanno a gravare sui consumi e le economie del Comando. Per due anni abbiamo taciuto vista la grave emergenza sanitaria che il nostro paese ha vissuto. Ora tale situazione non è più tollerabile».
CHIUSURA La possibilità di una clamorosa chiusura dei distaccamenti baresi deriva proprio dalla penuria del personale che sta costringendo spesso le squadre di primo intervento a muoversi con soli quattro uomini. I sindacati pretendono di tornare all'ordinario con cinque unità, come previsto dalla legge. «Ne va della sicurezza sia dei lavoratori sia dei cittadini - spiega Morelli -. Abbiamo preparato e inviato al ministero dell’Interno e alla politica un documento con cui segnaliamo tutte le criticità e le richieste. Chiediamo venga finalmente risolto il nodo dell’organico anche perché il Comando dell’area metropolitana è tra l’altro sede di tutti i nuclei specialistici. In più ci vengono richiesti istruttori, che quindi non possono essere operativi, per la formazione dei giovani allievi neo assunti presso la sede della direzione generale dove c’è il polo didattico. In questo periodo di gran caldo cominciamo ad avere tutte le squadre impegnate. Abbiamo spento già due incendi di bosco importanti la scorsa settimana, per fortuna controllati in tempi brevi, uno in località Rogadeo a Gravina, l’altro a Quasano: quest’ultimo si è sviluppato contemporaneamente al divampare delle fiamme in una vetreria di Modugno».
ATTIVITA' Nell’area metropolitana operano otto squadre: quattro a Bari (due che fanno capo alla sede centrale di via Tupputi, una al distaccamento di Carrassi in via Devitofrancesco e una al distaccamento Fiera) e cinque distribuite fra Altamura, Corato, Putignano, Monopoli e Molfetta, cui si aggiungerà il presidio temporaneo di Cassano, con un organico complessivo effettivo di circa 400 unità operative (considerando altri Comandi dello stesso livello, ce ne vorrebbero almeno 500) che deve far fronte mediamente a oltre 15mila interventi annui. Nel 2020 sono stati 16.014 (con un organico teorico di 486 unità), di cui 6.600 per incendi ed esplosioni, con un indicatore di operatività superiore ad altre realtà analoghe (Bari 33, Genova 29,7 con 15630 interventi e 526 unità operative, Bologna 35 con 18.052 interventi e 515 unità, Palermo 32,3 con 19.356 interventi e 599 unità). «Forse è superfluo sottolineare - dichiara Dario Capozzi Orsini, segretario Fp Cgil Bari con delega alle Funzioni centrali - l’evidente disparità. Il Comando di Bari, rispetto ad altri di pari livello, non vede a tutt’oggi riconosciuta un'adeguata assegnazione di personale operativo, amministrativo, direttivo, tecnico professionale e AIB (anti incendi boschivi). Inoltre, alla luce dell’imminente apertura del presidio rurale di Cassano delle Murge, chiediamo sin da subito l’istituzione di un distaccamento permanente e l’attribuzione del personale necessario alla piena operatività».