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«Natalità in calo, creare in Puglia le condizioni per la maternità»

 
Redazione online

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culle vuote, pochi neonati

Per il governatore Emiliano si continua a pagare le difficoltà occupazionali che aumentano le difficoltà della conciliazione vita-lavoro

Venerdì 13 Maggio 2022, 17:04

BARI - «Bisogna ricostruire la speranza nel nostro Paese, bisogna ricostruirla in un momento difficile ed una delle proposte che viene dalla Regione Puglia è quella di chiarire a tutti, anche con una modifica costituzionale, lo scopo della Repubblica. Lo scopo della Repubblica è certamente quello della giustizia, dell’uguaglianza, della parità di genere, di dare a ciascuno casa, diritti, benessere, tutelare l'ambiente, ma tutto questo viene fatto per qualcuno, non viene fatto senza un obiettivo. L’obiettivo è la futura generazione». E' il messaggio lanciato dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, invitato dalla Fondazione per la Natalità a partecipare a Roma agli Stati Generali della natalità.

«Ogni gesto, ogni elemento della politica - ha aggiunto - dagli investimenti, alla tecnologia, alle scuole e agli asili nido, deve essere compatibile con il diritto delle donne di decidere come, quando e in che modalità potere conciliare la propria vita con il desiderio di maternità e questo desiderio di maternità va garantito con la facilità. Deve essere facile decidere di diventare madri, padri, deve essere facile crescere dei bambini. Nel Mezzogiorno purtroppo scontiamo il forte gap creato dalla cosiddetta Questione Meridionale, cioè il tendenziale sottosviluppo economico e le difficoltà occupazionali che aumentano le difficoltà della conciliazione vita-lavoro e soprattutto minori finanziamenti per i sistemi welfare e sanitari». In Puglia, secondo i dati Istat, dal 2012 al 2021 è stato registrato un calo del 15,14% del numero di bambini da 0 a 14 anni, dell’11,9% di quello dei ragazzi e giovani dai 15 ai 24 anni, mentre è aumentato del 17,92 % il numero degli over 65. L’occupazione nel 2021 rimane ancora inferiore al livello del 2019 di circa 9.000 unità (- 0,8%), calo attribuibile alla componente maschile, a fronte di un recupero della componente femminile con un +0,8%.

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