La Guardia di Finanza di Bari sta dando esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di beni, tra i quali appartamenti, fabbricati, fondi rustici, compendi aziendali e autovetture, del valore complessivo di oltre 1 milione di euro. Nel provvedimento è stata riconosciuta l’esistenza di un concreto quadro indiziario a carico di 16 soggetti. La complessa operazione si svolge in Puglia e Veneto.
I soggetti coinvolti, residenti a Bari e nella BAT - già sottoposti a una misura di prevenzione - avrebbero omesso di comunicare operazioni attive o passive, con riflessi sul proprio patrimonio, di valore superiore al limite di legge. Tra le operazioni figurano la donazione e la cessione di immobili, di rami d’azienda, di fabbricati e di fondi rustici, nonché l’acquisto di appartamenti, fabbricati, compendi aziendali e autovetture. Le transazioni oggetto di investigazione hanno interessato anche intranei/contigui ai noti clan mafiosi Parisi, Capriati, Strisciuglio, Di Cosola, Palermiti e Mercante.
A questo punto il G.I.P. del Tribunale di Bari ha emesso un decreto di sequestro preventivo di beni per un importo di oltre 1 milione di euro. Contestualmente è in corso la perquisizione delle abitazioni degli indagati per individuare ulteriori beni da sottoporre a vincolo.
Ci sono anche il denaro guadagnato dalla cessione di una macelleria a Conversano e l’acquisizione di una paninoteca a Bari tra i beni sequestrati a sorvegliati speciali dei clan mafiosi baresi, accusati di aver accumulato patrimoni senza dichiararli alla Guardia di finanza come invece prevede la legge. Le due attività commerciali, in particolare, sono riconducibili al boss di Japigia Giovanni Palermiti, figlio del capo clan Eugenio. Oltre lui, tra i 16 destinatari del provvedimento di sequestro, ci sono i pregiudicati Vito Martiradonna, noto come "Vitino L’Enel», ritenuto il cassiere del clan Capriati e imprenditore nel settore del gioco d’azzardo e dei videopoker, Davide Monti, killer del clan Palermiti, Antonio Paolo Zefferino, coinvolto nella recente operazione «Levante», Saverio Sorangelo, cassiere del clan Mangione di Gravina in Puglia. I beni sottoposti a sequestro comprendono l’usufrutto di immobili la cui proprietà risultava intestata a famigliari dei pregiudicati, quote di appartamenti cointestati con mogli, figli e fratelli, case al mare in località turistiche del Salento, oltre a una decina di auto e terreni agricoli.