I soldi investiti in azioni e obbligazioni convertibili della Banca Popolare di Bari in occasione dell’aumento di capitale del 2013 sono sostanzialmente azzerati. Tra questi anche i 135mila euro di una donna all’epoca 84 enne. Risparmi di una vita, andati in fumo con modalità che la Procura di Bari ritiene truffaldine: l’anziana sarebbe stata trattata alla stregua di un investitore esperto, senza che fosse messa a conoscenza della pericolosità dell’operazione.
È per questo che la Procura di Bari ha chiesto un nuovo rinvio a giudizio per l’ex patron della Bpb, Marco Jacobini, e per l’ex direttore generale (poi amministratore delegato) Vincenzo De Bustis, insieme a due funzionari della banca (Alessandra Domenica Siletti di Sannicandro e Alfonsa Zotti di Casamassima). Rispondono tutti di concorso in truffa aggravata dall’età avanzata della vittima, dalla rilevanza del danno e dall’abuso di prestazione d’opera. L’udienza preliminare è fissata al 1° aprile davanti al gup Luigia Lambriola.
Il fascicolo (che inizialmente riguardava anche l’ex amministratore delegato Giorgio Papa, la cui posizione nel frattempo è stata stralciata), è affidato direttamente al procuratore Roberto Rossi. L’indagine è stata aperta dopo la denuncia presentata dall’anziana donna barese (assistita dall’avvocato Francesco Di Gilio): nel 2013 sarebbe stata indotta dai funzionari della banca a disinvestire circa 100mila euro in obbligazioni subordinate e ad acquistare azioni e obbligazioni convertibili. Una operazione per la quale l’Arbitro per le controversie finanziarie, nel 2017, ha già riconosciuto la violazione «delle regole di condotta a cui [la banca] avrebbe dovuto informare la sua azione nella prestazione del servizio di investimento», condannando l’istituto a un risarcimento di circa 30mila euro.
Gli indagati hanno già presentato memorie dopo la chiusura delle indagini. Jacobini, in particolare, si è dichiarato assolutamente estraneo alla vicenda in quanto non ha alcun rapporto diretto con l’operazione finanziaria contestata né può aver istigato le funzionarie a mantenere un comportamento non consono con l’anziana cliente. La difesa delle due funzionarie ha invece contestato sia il valore degli investimenti, sia la mancanza di esperienza in quanto la cliente avrebbe acquistato obbligazioni anche prima dell’operazione contestate. Tutte circostanze che adesso dovranno essere valutate dal giudice.