Bari - «I saldi? Non sono mai partiti». Terribile mantra quello che accomuna il commercio barese, a pochi giorni dalla fine dei saldi invernali. Partiti il 5 gennaio e mai decollati, termineranno lunedì prossimo, 28 febbraio. Nessuna aspettativa tra i commercianti, nemmeno per quest'ultimo weekend. Anzi. La gente non compra. Ora che si è allentata la paura dei contagi ed esce più volentieri di casa, non ha soldi da spendere. «Un disastro, come se i saldi non ci fossero stati - commenta Nino Carofiglio, tre negozi di abbigliamento giovane su corso Cavour -. È stato un bellissimo Natale, abbiamo lavorato bene, alcuni giorni benissimo, ma questi due mesi dell'inizio d'anno sono da dimenticare. Innanzitutto - continua - a gennaio la gente era davvero impaurita dalla nuova impennata dei casi Covid. Il mese è volato e non ce ne siamo manco accorti. A febbraio si è vista un po' di gente in giro, ma non stiamo fatturando nulla».
«Svendendo e inventando strategie alternative diciamo che ce l’ho fatta a “mantenermi a galla” - chiosa Daniela De Feudis, abbigliamento da donna in via Abate Gimma - -. Di fatto, questi saldi non sono mai decollati». «Non sono stati certo dei migliori - commenta Dario Stellato. Con la mamma Antonietta Partipilo gestisce un negozio di abbigliamento e bigiotteria in via Giulio Petroni -, considerati anche i contagi che hanno ridotto l’affluenza e tenuto a casa le persone anche per nuovi casi di positività - . Ci siamo inventati sconti straordinari: abbiamo ancora merce al 70% di sconto sull'autunno inverno assieme alla nuova collezione primavera estate».
«Abbiamo visto un miglioramento nel periodo immediatamente precedente alle feste natalizie – spiega Nicola Milella, abbigliamento donna in via Manzoni -. I saldi invece stanno andando maluccio, a meno che non li confrontiamo con quelli del 2021. Ovviamente allora eravamo decimati dal lockdown e dalle chiusure anticipate per le misure di prevenzione per il Covid. Purtroppo noi commercianti di via Manzoni scontiamo la sempre attesa e mai realizzata riqualificazione della via in questione. Si è persa la passeggiata e il sabato pomeriggio al più la gente “migra” nei centri commerciali, dove magari associa gli acquisti alimentari».
Controcorrente, per esempio, la realtà di Puglia Village, alle porte di Molfetta. «Negli anni abbiamo lavorato per rendere il contenitore sempre più accogliente per i nostri ospiti - commenta Annalisa Evangelista, center manager della cittadella -. Questo ci ha permesso di raggiungere risultati in linea con il 2019, con trend positivi legati alle categorie tempo libero, un chiaro riflesso del desiderio dei cittadini di vivere all’aperto».
«Su tre negozi, tutto quello che abbiamo venduto sono stati i corredini per le nuove nascite; ma perché si trattava di un acquisto obbligato - lamenta Marcello Paganini, socio di tre punti vendita di abbigliamento, biancheria e abbigliamento per bambini in via Ettore Fieramosca -. Il paradosso qual è? Per strada, perlomeno qui da noi, non si vede nessuno. Nemmeno traffico. Insomma, manca il cliente a monte».
«Sicuramente questi due primi mesi dell'anno sono stati ridimensionati rispetto alle aspettative che aveva creato la fine del 2021 - commenta Marcello Pisciotta, due punti vendita per uomo in via Dante e Principe Amedeo -. E ora? la folla nelle strade c’è solo il sabato. L’attenzione nei consumi è estrema. Così come un’evidente evoluzione dei modi e degli stili di vita. Il cerchio si chiude con l'inflazione dovuta ai rincari diffusi». «Eppure da settembre sembrava essere rientrati - gli fa eco Alex Pisciotta - con un minimo di normalità ai flussi di mercato. Ora la spesa che prima poteva essere destinata ad un bene di consumo come l'abbigliamento è la prima ad essere tagliata»