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Frode e droga: operazione Dia Bari e GdF, 75 ordinanze e sequestro per 23mln. Coinvolti avvocati e un finanziere

 
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Frode, droga ed estorsioni: operazione Dia Bari e GdF, 75 ordinanze e sequestro per 23mln

Agli indagati la Dda di Bari contesta, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalità finalizzata a frode fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio, traffico di droga ed estorsioni

Martedì 15 Febbraio 2022, 09:41

12:58

È in corso di esecuzione da parte di 500 uomini della Dia e della Gdf un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 75 persone con sequestro di beni per oltre 23 milioni di euro. Agli indagati la Dda di Bari contesta, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalità finalizzata a frode fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio, traffico di droga ed estorsioni. Le misure vengono eseguite in Puglia, Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto.

Ci sono anche tre avvocati, un commercialista, un ufficiale della Guardia di Finanza e diversi imprenditori, oltre a esponenti del clan mafioso Parisi di Bari, tra le 75 persone destinatarie di misure cautelari disposte nell’ambito della indagine «Levante» della Dda di Bari sul presunto riciclaggio, anche all’estero, di denaro derivante da attività illecite di evasione fiscale e frode sulle forniture di carburante. Cinquecento uomini della Dia e della Gdf di Bari hanno eseguito 14 arresti in carcere, 45 agli arresti domiciliari, 14 destinatari dell’obbligo di presentazione alla pg e 2 destinatari di misure interdittive. E’ stato inoltre eseguito il sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 18 milioni di euro tra abitazioni di lusso, auto di grossa cilindrata, denaro contante, disponibilità finanziarie e compendi aziendali. Complessivamente gli indagati sono 86, nei confronti dei quali sono ipotizzati a vario titolo i reati di associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata alle frodi fiscali, al riciclaggio e all’autoriciclaggio dei relativi proventi nonché al trasferimento fraudolento di valori, al "contrabbando» di prodotti energetici, alle estorsioni, al traffico di sostanze stupefacenti e alla detenzione illegale di armi. Il colonnello della Guardia di Finanza in servizio a Roma sottoposto a misura cautelare che, in cambio di utilità economiche e di altra natura, avrebbe fatto eseguire abusivi accessi al sistema informatico per acquisire notizie da comunicare a uno dei promotori dell’organizzazione criminale.

Un volume di affari illecito pari a circa 170 milioni di euro è quello sviluppato, secondo la Dda di Bari, dall’organizzazione criminale sgominata oggi da Gdf e Dia nell’ambito dell’indagine «Levante» che ha portato alla esecuzione di 75 misure cautelari. Dalle indagini è emerso che, attraverso un sistema di aziende consorziate, sarebbero state realizzati le ingenti frodi fiscali tramite crediti Iva fittizi, asseverati da professionisti compiacenti. Nella fase della «monetizzazione» sarebbe emerso il coinvolgimento della criminalità organizzata barese, in grado di reclutare un centinaio di «fiduciari» a cui intestare carte di credito per prelevare il denaro contante e reinvestirlo anche nel narcotraffico. Un altro gruppo criminale transnazionale, con base operativa in provincia di Bari e attivo nell’illecita commercializzazione di oli lubrificanti, avrebbe incrociato gli interessi del primo, mettendo in piedi una frode attraverso cessioni di basi lubrificanti provenienti dall’est Europa e formalmente dirette a società cipriote, greche o maltesi, ma in realtà destinate in Italia ad uso autotrazione a favore di compiacenti imprese operanti nel settore della commercializzazione e della distribuzione stradale di carburanti, con una conseguente evasione di accise per oltre 2 milioni di euro. In questo secondo filone investigativo sono state ricostruite intestazioni fittizie di beni da parte di un esponente di spicco del clan Parisi in favore di prestanome, mediante la collaborazione di un commercialista e di tre avvocati. Durante le indagini sono stati sequestrati circa 186 kg di droga, tra cocaina e hashish, oltre 4,4 milioni di euro in contanti nascosti nelle intercapedini condominiali della casa di uno dei vertici dell’organizzazione e 43 mila litri di miscele lubrificanti destinati all’autotrazione in evasione delle accise.

«Questi sono soldi dei cittadini, sottratti ai medicinali, all’istruzione, alle opere pubbliche. La gravità dell’evasione fiscale per la tenuta della società non è inferiore a quella di chi va a spacciare droga. L’evasione è sottrazione di beni alla gente. Pensiamo a cosa vuol dire 4,4 milioni sottratti alla sanità in un momento di pandemia come questo». Lo ha detto il procuratore di Bari Roberto Rossi durante la conferenza stampa sulle 75 misure cautelari eseguite oggi da Gdf e Dia nell’ambito dell’indagine «Levante» su una presunta evasione fiscale da 170 milioni di euro che coinvolge mafiosi, imprenditori, professionisti e pubblici ufficiali. «In questa indagine - ha detto Rossi - sono coinvolti colletti bianchi, professionisti che invece di svolgere il loro lavoro secondo le regole hanno aiutato a nascondere soldi».
L’inchiesta è stata coordinata dai pm Bruna Manganelli e Fabio Buquicchio con il coordinamento del procuratore aggiunto Francesco Giannella. «Quello che sembra emergere - ha detto Giannella - è un mondo complesso in cui si intrecciano criminalità organizzata, comune, imprenditoria e professioni, in una sinergia che sembra essersi consolidata per ottenere un immenso guadagno».

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