Bari - In circa tre mesi di attività l’ospedale covid allestito nella Fiera del Levante ha trattato 500 pazienti. Ormai è quasi vuoto e potrebbe far fronte all’intero fabbisogno di ricoveri in Intensiva di tutta la Puglia. Ma il picco, raggiunto nel momento caldo della terza ondata a metà aprile, ha visto l’occupazione di 130 dei 152 posti letto realizzati in tre padiglioni del quartiere fieristico barese, quelli che - allo stato delle cose - dovranno essere liberati al termine dello stato di emergenza che cessa (salvo proroghe del governo, sempre più probabili) il 31 luglio.
L’ospedale in Fiera del Levante è stato fondamentale per superare la fase più difficile, quella tra marzo e aprile. E i numeri sono importanti per valutare l’importanza strategica di una struttura che, secondo il presidente Michele Emiliano, deve essere mantenuta ad ogni costo: per diventare un ospedale «grandi emergenze», ma anche in previsione di una possibile recrudescenza dell’epidemia. A dare i numeri è stato martedì il direttore generale del Policlinico, Giovanni Migliore, che stamattina presenterà i risultati del sondaggio sul benessere organizzativo del personale impiegato in Fiera (il 76% si è dichiarato soddisfatto delle giornate di lavoro). E i numeri dicono che per far funzionare la struttura temporanea sono stati impiegati 108 medici, 293 tra infermieri e fisionterapisti, 63 Oss e 54 addetti alle pulizie. Dei 500 ricoveri (12 giorni la durata media), 370 hanno avuto un esito positivo: il tasso di guarigione dei pazienti fino ai 60 anni è uguale o superiore al 90%. «Si tratta - ha detto Migliore nel corso del workshop organizzato martedì dalla Regione - di esiti molto positivi».
La spesa per l’allestimento dell’ospedale ha ormai toccato i 25 milioni e potrebbe crescere ulteriormente per effetto degli ulteriori pagamenti disposti dalla Protezione civile. L’eventuale proroga dello stato di emergenza al 31 dicembre sposterà il problema di sei mesi, ma non lo risolverà: grazie alle deroghe contenute nei decreti del governo Conte, per l’ospedale in Fiera non sono state chieste autorizzazioni. Ed è questo il motivo per cui, già a gennaio, il Comune di Bari ha avvertito la Regione che la vita della struttura non può superare il periodo di emergenza. Un nodo difficile da sciogliere: la Regione - Emiliano lo ha detto mercoledì - ha anche ipotizzato di comprare i padiglioni fieristici in cui si trova l’ospedale, ma poi servirebbe ugualmente una deroga urbanistica.
Anche i numeri, oltre che le valutazioni strategiche della Regione, militano però nel senso della proroga. Pur senza mettere in conto le spese di funzionamento (personale, utenze, manutenzione) ogni singolo ricovero in Fiera è costato alle casse della sanità pubblica 50mila euro di media: a titolo di paragone, il costo medio di un ricovero in Intensiva pagato durante l’emergenza a un grande gruppo privato pugliese è stato di 18mila euro. Per quanto in una emergenza si interviene con tutti i mezzi disponibili, dal punto di vista economico una struttura dotata di 152 posti letto, due sale operatorie, attrezzature per la radiologia, monitor e ventilatori di ultima generazione, non può essere utilizzata per appena tre mesi. «Le attrezzature non si perdono e possono essere riutilizzate», ha spiegato Emiliano che mercoledì si è pure detto pronto al trasferimento dell’ospedale: «Se non sarà possibile rimanere in Fiera, allora andremo da un’altra parte».