BARI - Più su. Sempre più in alto. La ciliegia «Ferrovia» di Terra di Bari, acquistata a prezzi oscillanti fra 1,20 e 1,50 euro il chilo dai produttori, viene venduta sulle bancarelle di frutta e verdura di Lugano, in Svizzera, a 34,90 euro.
Non è fantascienza, è la realtà, come documenta la foto mostrata da Stefano Nanna, cerasicoltore di Casamassima.
«Lo scorso inverno - racconta - abbiamo avuto giornate di gelo e siamo stati costretti a trascorrere nottate accanto alle ciliegie accendendo i falò, per evitare che le piante a primavera non dessero frutti. Dopo tutto questo lavoro - si sfoga - adesso i grandi commercianti svalutano la frutta. La varietà Ferrovia ieri era quotata a 1,50 euro ma stamattina è scesa a 1,30 il chilo».
È pochissimo, tenuto conto che questa è la varietà più pregiata in assoluto: le altre sono vendute a un prezzo che varia da 60 a 80 centesimi.
Chiediamo quanto valga in realtà la «Ferrovia». «Tenga conto - è la risposta- che l’altra sera con i colleghi abbiamo scoperto che alla borsa merci della Camera di commercio di Bari la ciliegia Ferrovia è quotata 5,50 euro il chilo. Siamo rimasti a bocca aperta». Quattro euro di differenza, senza considerare i mercati del Nord e stranieri. «Guardi che la ciliegia ferrovia nel Nord Italia costa così tanto che è diventata appannaggio dei ricchi, ormai. Sulla bancarella a Padova un chilo costa 15 euro. Non tutti se lo possono permettere. Mio cognato vive a Cremona e ogni volta che deve comprare le ciliegie baresi ne prende appena 100 o 200 grammi, solo per il figlio. Adesso provvederò a spedirgli una cassetta. Ogni volta gli amici del Nord - continua Nanna - restano sbalorditi e mi chiedono come sia possibile che la ciliegia Ferrovia sia davvero bella, lucida, rossa, turgida».
Già, perché al Nord, sempre a sentire Nanna, arrivano ciliegie non di primissima scelta. Insomma, la frutta che viene svalutata e pagata a prezzi stracciati nei nostri centri qui al Sud, al contrario viene venduta a peso d’oro nell’Italia settentrionale o in Europa.
Anzi, adesso le ciliegie migliori sarebbero vendute in Germania e Svizzera lasciando in qualche caso altre di minor pregio al Nord Italia.
Torniamo alla immagine scattata a Lugano, Svizzera italiana, un’ora di auto da MIlano: un chilo di «Ferrovia» costa 34,90 euro. Per gli amanti delle cifre, il prezzo d’acquisto al produttore moltiplicato per 23 volte.
«Quando porto le mie ciliegie dal grande commerciante mi sento dire “questo è il prezzo se me la vuoi lasciare altrimenti vai dove vuoi” - incalza Nanna -. Ogni mattina i grandi commercianti della provincia di Bari si mettono d’accordo sul prezzo da imporre a noi produttori: non dobbiamo superare 1,50 euro il chilogrammo. Se il frutto è di calibro piccolo si scende anche a 1,20 euro».
Il messaggio sarebbe trasmesso dai grandi commercianti ai mediatori di paese dove i produttori conferiscono le ciliegie raccolte dall’albero. «Il mediatore paga - spiega il coltivatore - e la sera i grandi signori del commercio arrivano a Casamassima, pagano il mediatore, caricano i camion e trasportano nei depositi dove le operaie lavorano alla calibratura». Dall’azienda commerciale partono dei tir destinati al Nord Italia o agli altri Paesi europei.
«Sulle ciliegie insomma “mangiano” quattro figure, cioè il mediatore, il grande commerciante, l’autotrasportatore e il mercato di destinazione che la vende al consumatore. L’autotrasportatore viene pagato dal signore del commercio. Gli anelli deboli di questa catena sono i produttori e gli stessi consumatori che non possono pagare così tanto per un chilo di ciliegie».
Frattanto, l’eco della protesta dei cerasicoltori è giunto in Regione. Lunedì, 7 giugno, l’assessore Donato Pentassuglia e il presidente della commissione Sviluppo economico, Francesco Paolicelli, saranno in Municipio a Casamassima, alle 13, per dare luogo a un tavolo tecnico nel corso del quale affrontare la questione. L’iniziativa è promossa dal sindaco Giuseppe Nitti, che ha invitato a partecipare gli omologhi di Conversano, Rutigliano, Castellana, Turi e Sammichele, oltre al presidente Anci Puglia Domenico Vitto e alle associazioni.