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Carlo Stragapede
20 Febbraio 2021
L’amica del cuore del commissario Lolita è Marietta, pubblico ministero con una vita sentimentale perlomeno variegata, abbigliamento griffato, leziosa e in carriera. Confidente e a volte complice della poliziotta protagonista. Nella fiction Le indagini di Lolita Lobosco, ai nastri di partenza su Raiuno (la prima puntata andrà in onda domani, domenica 21 febbraio, in prima serata), Marietta è interpretata da Bianca Nappi, attrice tranese quarantunenne.
Contrappeso «istituzionale» della pirotecnica single Lolita, sposata anche se un po’ volubile, la pm Marietta a volte censura l’approccio investigativo della sua amica che però si difende contestandole all’occorrenza «la faccia da pm».
Figlia di una coppia di napoletani, Bianca Nappi ha cominciato a calcare il palcoscenico nella sua Trani fin dall’età di 13 anni, quando ha mosso i primi passi alla Scuola di teatro per ragazzi di Mario Francavilla e poi nella compagnia di Marco Pilone.
Dopo la maturità classica al Liceo «De Sanctis», il trasferimento a Roma, dove si è formata all’Accademia di Beatrice Bracco, la docente argentina scomparsa nel 2012, alle cui lezioni si sono forgiati tra gli altri Kim Rossi Stuart, Gianmarco Tognazzi, Paola Cortellesi e Claudia Gerini. A 22 anni il debutto al cinema in La Repubblica di San Gennaro di Massimo Costa, subito dopo in tv in Distretto di Polizia 3, una carriera decisamente densa di soddisfazioni. Sul grande schermo l’abbiamo apprezzata, tra gli altri titoli, in Un giorno perfetto e in Magnifica presenza di Ozpetek, sul piccolo schermo in Gomorra, I bastardi di Pizzofalcone e Vivi e lascia vivere. La raggiungiamo telefonicamente nella capitale, sua città d’elezione. Sposata, è mamma di Romeo, 2 anni.
Signora Nappi, che cosa ricorda dei suoi primi passi sulle scene di Trani?
«Indimenticabile il debutto in una commedia di Peppino De Filippo. Tra i primissimi ruoli, quello di una ragazzina in Non ti pago!. Quegli esordi furono essenziali per farmi capire senza esitazioni che recitare sarebbe stata la mia professione, e non un hobby».
Facciamo un salto ai giorni nostri. Com’è stata l’esperienza di «Lolita»?
«Girare le quattro puntate della serie in Puglia, insomma trascorrere ben cinque mesi nella mia terra d’origine è stata un’esperienza meravigliosa. Con Luisa Ranieri è nata un’amicizia forte, sincera. Senza dire che ho trascorso un mese intero, la scorsa estate, nella mia Trani. Non accadeva da tempo».
E dei ciak a Bari vecchia, a Monopoli, e dintorni, che cosa dire?
«Sul set c’è stata grande armonia. Con il regista Luca Miniero e con tutta la troupe di colleghi e di tecnici (complessivamente una cittadella mobile di circa 75 persone, ndr) mi sono trovata benissimo. E poi il mio personaggio, così come è stato tratteggiato dalla abile penna di Gabriella Genisi, è molto stimolante e ricco di sfaccettature».
Come impiegava il tempo lasciato libero dalle riprese?
«Nelle pause, Luisa e io ci siamo godute la città. Al mattino, uscire dall’albergo per andare sul set, e trovarsi di fronte al mare, con la sua luce, il suo profumo, è una sensazione che non ha prezzo. E poi ci siamo ritagliate dei momenti per lo shopping in via Sparano. Direi che i negozi del centro di Bari sono accoglienti come in poche altre città: luminosi, curati nei minimi dettagli, le vetrine allestite con attenzione, le commesse sorridenti, ospitali, competenti. E poi giù in Puglia si mangia benissimo».
Che cosa le manca di più delle nostre specialità gastronomiche?
«Non ho dubbi: il crudo di mare. Quello che si trova in Puglia non ha eguali nel resto d’Italia».
Allora possiamo darci l’«arrivederci» alla seconda serie di «Lolita»?
«Magari! Io sono pronta».
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