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Bari, la giustizia trova «casa»: ecco il mega-parco

 
Ninni Perchiazzi

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Ninni Perchiazzi

Bari, la giustizia trova «casa»: ecco il mega-parco

Il progetto verrà realizzato sui suoli delle ex casermette

Domenica 22 Novembre 2020, 12:18

«Una prima pietra simbolica di quella che sarà la più grande opera pubblica realizzata a Bari negli ultimi cinquant'anni». Il sindaco Antonio Decaro ha accolto così la notizia della pubblicazione del bando della gara pubblica relativa alla progettazione del Parco della Giustizia di Bari, che sorgerà a Carrassi, sui suoli delle caserme dismesse Milano e Capozzi.

Un percorso che ha visto l’alba ormai sei anni fa, procedendo a strappi, non senza polemiche e drastiche prese di posizione pubbliche giunte fino allo scontro tra Palazzo di Città e Ministero, come ha implicitamente ricordato lo stesso primo cittadino, «con momenti di grande preoccupazione e sconforto». Anche la pantomima dei processi nelle tende, adesso è ormai alle spalle, perché «mai abbiamo pensato di mollare - ha ribadito Decaro -, in quanto «la giustizia è una funzione centrale e delicata per una comunità, e i luoghi in cui si svolge devono esserne degni e all’altezza». In attesa dell’espletamento del bando dell’Agenzia del Demanio per affidare i rilievi tecnici propedeutici al progetto del Parco della Giustizia, destinato a porre fine allo «spezzatino» degli uffici disseminati per tutta la città, spesso in sistemazioni di emergenza, poi trasformate in sedi di fatto definitive.

A tal proposito, il fabbisogno complessivo di spazi è stato stimato, sulla base di uno studio predisposto dalla Corte d’Appello di Bari (recepito dal Comune), in oltre 135mila metri quadrati a fronte dello studio di prefattibilità di Invitalia che raggiunge quota 176mila metri quadrati. Si tratta di aule e uffici che dovrebbero essere messi a disposizione degli oltre 1.600 addetti alla giustizia (calcolati in aumento del 15% rispetto agli attuali organici) tra personale, magistrati e forze dell’ordine. In pratica c’è una suddivisione che attribuisce 85 metri quadrati per ciascun utente.
Lo studio che prende in considerazione sia le ex casermette ovvero le caserme Capozzi e Milano e l’ospedale militare Bonomo (anch’esso dismesso ed inutilizzato), mette a confronto le superfici a disposizione dei vari immobili attualmente utilizzati con le aree potenzialmente a disposizione nei siti individuati a Carrassi. Si va dal Tribunale civile di largo De Nicola (sfiora i 40mila metri quadrati) alla sede della Giustizia penale ospitata all’ex palazzo Telecom a Poggiofranco (circa 23mila metri quadrati), fino ai due condomini dove sono «domiciliati» l’ufficio del Giudice di pace (4mila metri quadrati al San Paolo) e il Tribunale per i minori (3mila metri quadrati al Libertà).

In particolare, agli attuali circa 69mila metri quadrati complessivi a disposizione della funzione della Giustizia corrisponde una disponibilità pari a poco più del doppio con 140mila metri quadrati alla quale si aggiungerebbero altri 36mila metri quadrati dell’ex ospedale Bonomo, anche se al momento l‘immobile non sembra essere inserito nel progetto. D’altronde, le previsioni del documento della Corte d’Appello, verrebbero soddisfatti già dalle sole superfici delle due ex caserme.
Nello specifico, 101mila metri quadrati sarebbero di pertinenza di aule e uffici dedicati a Tribunale civile, Corte d’Appello, Procura, Giudice di Pace, polizia giudiziaria, polizia penitenziaria, carabinieri, camere di sicurezza, archivi e depositi (17.500 metri quadrati) e ordine degli avvocati (1.500), con un incremento di altri 25mila metri quadrati per servizi. Invece, il Tribunale per i Minori necessiterebbe dei restanti 10mila metri quadrati. Nel complesso gli spazi dedicati alle aule per udienze penali e civili ammontano a quasi 35mila metri quadrati.
Lo studio prevede infine prevede un’equa suddivisione delle volumetrie da realizzare sui suoli delle due ex caserme, candidati ad ospitare immobili capaci di sviluppare 195mila metri cubi ciascuno.

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