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Bari, bando Oss revocato, si attinge da graduatoria Foggia: «Illusi e presi in giro»

 
Flavio Campanella

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Flavio Campanella

Anziani malati cronici: una rete per loro

La soluzione: «Si assumano i colleghi per liberare posti nel settore privato»

Sabato 21 Novembre 2020, 11:36

«Come volevasi dimostrare. Ci hanno dato il benservito». L’amarezza è evidente sul volto di Lucia Vallarelli, uno degli operatori socio sanitari ad aver partecipato all’avviso pubblico del Policlinico (del 12 novembre) finalizzato al reclutamento urgente di 70 lavoratori e quindi al potenziamento dell’organico in un momento di emergenza causato anche da un rilevante numero di positivi negli ospedali. La direzione generale la scorsa settimana ha infatti deliberato un bando per la formazione di un elenco di candidati disponibili a prestare la propria attività nelle unità che trattano i pazienti affetti da Covid-19. A distanza di pochi giorni, però, è sopraggiunta la doccia fredda per coloro i quali avevano partecipato: prima il blocco e poi, su proposta della responsabile dell’ufficio del personale, la revoca dell’atto che avrebbe dovuto consentire l’impiego immediato a chi era ormai convinto di aver ottenuto una posizione lavorativa. «Sono stata la quinta a inoltrare la domanda - spiega Vallarelli - e sono stata convocata lunedì scorso. Avrei dovuto fare il tampone e sottopormi alle visite mediche. Poi, tutto è cambiato perché è arrivata una comunicazione con cui si annullava l'appuntamento previsto».

Le motivazioni (già spiegate dalla Gazzetta) stanno tutte nella delibera (numero 1488) di avanti ieri (avente appunto in oggetto le revoca della delibera del 12 novembre) con la quale si prende atto di due aspetti: la possibilità (peraltro già nota) di attingere dagli idonei del concorso unico regionale indetto a Foggia, visto che nell’ambito del piano di fabbisogno 2019-2021, approvato nel giugno scorso, era prevista l’assunzione di operatori socio-sanitari mediante l’utilizzo di quella graduatoria, rimasta l’unica in Puglia con circa 12mila persone in attesa di sistemazione; e la richiesta (del 17) del Policlinico agli Ospedali Riuniti di Foggia di potervi far ricorso, cui hanno fatto seguito l’assenso (con risposta del 18 novembre) e la preparazione di una lista di operatori pronti a prendere subito servizio al Policlinico e al Pediatrico Giovanni XXIII.

Dal nosocomio barese giunge voce che l'iniziale (e irrituale) procedura sia stata decisa per superare proprio le difficoltà a reperire personale disposto ad accettare un contratto senza garanzie, cioè di una durata di pochi mesi, sostanzialmente sino alle presunta fine dell’emergenza, e per di più regolato secondo i criteri del lavoro autonomo. L’iniziativa di ripiego ha però scatenato la protesta (e l’invio di messaggi al numero di Michele Emiliano) degli aventi diritto («chiediamo da tempo risposte dopo la promessa che si sarebbe attinto solo dalla nostra graduatoria invece si continuano a mettere in atto bandi pubblici come quello di Bari») e l’intervento della Cgil Funzione pubblica Bari che, con una lettera a firma del segretario generale Luigi Lonigro, ha intimato di revocare l’avviso minacciando una mobilitazione e una istanza alla Corte dei Conti. La retromarcia è giunta presto: in queste ore gli oss sono in arrivo da Foggia per firmare il contratto (a tempo determinato di 6 mesi) e martedì prossimo ci sarà un incontro con i sindacati per discutere non solo questo (l’obiettivo è ovviamente un futuro vincolo a tempo indeterminato), ma anche altri punti all’ordine del giorno (regolamento buoni mensa, premialità Covid-19, varie ed eventuali) riguardanti l’intero comparto.

Il rispetto della legge non si discute, ma è pur vero che il ritiro del bando delle beffe ha di fatto penalizzato chi, involontariamente, prima ha sperato in una occupazione e poi si è ritrovato con un pugno di mosche (in molti, per rispondere all’avviso pubblico poi ritirato, si stavano spostando dalle rispettive residenze, anche dal Nord). «Ero sicura - spiega Vallarelli - di ottenere un contratto perché era scritto a chiare lettere che gli incarichi sarebbero stati offerti secondo l’ordine di arrivo delle domande e su disponibilità immediata. Non voglio togliere il posto a nessuno, ma questa mi sembra un’ingiustizia. Prima di fare avvisi di quel tipo è il caso di riflettere bene, di pensare che non siamo dei pacchi postali. Mi aspetto come minimo delle scuse. La conclusione è che ci sono persone che resteranno disoccupate e che non riusciranno mai a inserirsi fin quando non si esaurirà quella graduatoria. Se finalmente si assumesse chi ha diritto potremmo trovare impiego almeno nel privato, visto che ora molti rifiutano di entrare nel pubblico perché hanno contratti a tempo indeterminato altrove. Sto attendendo anche quel che accadrà quando saranno realizzati gli ospedali da campo previsti. Vorrei ricordare che gli operatori socio-sanitari sono essenziali per l’assistenza e la cura dei pazienti».

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