BARI - Gli operai sono tornati sul lungomare per piazzare sull’asfalto i coni bianchi e arancioni utili a evidenziare le situazioni di pericolo, i triangoli con il simbolo dei lavori in corso, i cerchi blu con la freccia bianca che obbligano gli automobilisti a seguire un determinato percorso, i divieti di sosta, le transenne. «Ci siamo resi conto - ammette l’assessore alla Viabilità, Giuseppe Galasso - che la segnaletica orizzontale e verticale era insufficiente. Soprattutto dal tramonto in poi, quando i clienti delle pizzerie e dei ristoranti sulla costa si mettono in giro alla ricerca del parcheggio, ci sono stati disagi per la circolazione e per i residenti. Siamo però convinti dell’importanza di questa riqualificazione. Questa è una fase di disorientamento legata alla novità. Bisogna trovare un nuovo equilibrio».
Ma la sperimentazione che ha rivoluzionato la viabilità e le abitudini di chi vive ai piedi del Faro, e che può essere considerata un test in attesa dell’imponente opera del Parco del Faro, manda su tutte le furie i residenti.
Sulla pagina Facebook del sindaco Antonio Decaro e su quella dell’Associazione residenti di San cataldo è un coro di proteste.
Enzo: «I sensi unici vanno assolutamente rivisti. Questa disposizione è cervellotica». Paola: «Altra giornata da incubo. Le auto sfrecciano su via Tripoli ad alta velocità. Non si può stare nemmeno in casa per il caos e lo smog. Invece di godere del mare e della quiete respiro gas di scarico e ascolto i rumori del traffico impazzito: un delirio. Questo quartiere sta diventando invivibile». Alessandra: «Ogni mattina per andare a lavorare è una roulette russa. È difficile uscire dalla penisola per imboccare la direzione verso il centro. Fino a pochi giorni fa impiegavo all’incirca due minuti per raggiungere il semaforo del Varco della Vittoria, oggi non è più così». Maria: «Spero che vengano rimossi i bagni chimici. Di notte, quando c’è il turno di pulizia, il fetore entra in camera da letto».
In tanti vorrebbero che quel tratto di lungomare tornasse a doppio senso di marcia e che fosse ripristinata la viabilità interna del rione. L’assessore Galasso difende invece con fermezza il progetto: «Su quel lungomare a quattro corsie si correva come sul circuito di Montecarlo. Le auto parcheggiavano anche in tripla fila. Gli interventi in corso hanno l’obiettivo di migliorare la qualità della vita, di restituire quell’area ai cittadini, ma occorre avere pazienza e aspettare che il programma Open space arrivi a compimento». Piste ciclabili leggere, dunque, e i cosiddetti «spazi a stare» con arredi, panchine, giochi e attrezzi ginnici al posto dei veicoli a motore.
Il primo importante cambiamento, e cioè il lungomare a senso unico e a velocità ridotta, ha fatto storcere il naso ai residenti. Ma Galasso ribadisce: «I disagi sono transitori, a giorni arriveranno le fioriere. Gli abitanti della zona dovranno abituarsi ai nuovi sensi di marcia e chi invece dal centro vorrà raggiungere la Fiera o da San Girolamo vorrà arrivare in centro dovrà passare da via Adriatico, che scorre davanti al Cto e che conserva il doppio senso di marcia. È l’unica strada a 50 chilometri orari. Nelle restanti strade vale il limite dei 30 Km, ad eccezione del tratto compreso fra le due estremità di via Tripoli, dove la velocità scende a 10 km. Abbiamo rivisto la viabilità nel complesso e aumentato i posti auto, che da 950 passano a 1070, proprio perché tutte le strade sono diventate monodirezionali».
E riguardo alla pista ciclabile con le curve, l’assessore chiarisce: «I flessi servono a limitare la velocità sia delle biciclette sia dei monopattini, a tutela della sicurezza dei pedoni. Stiamo anticipando gli aspetti positivi, il bel vivere che sarà definitivo con la nascita del Parco del Faro. I clacson smetteranno di suonare quando i cittadini acquisiranno confidenza con i nuovi percorsi».