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Bonus vacanze: nel Barese l'iniziativa è un flop

 
rita schena

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Bari, al turismo non basta il solo Bonus vacanze

Ha aderito solo il 4,7% delle strutture, le più grandi. Se tutti i viaggiatori chiedessero di pagare con l’agevolazione statale, le imprese non avrebbero i contanti per andare avanti

Mercoledì 05 Agosto 2020, 12:55

«La Puglia è la seconda regione dopo l'Emilia Romagna dove si sono concentrate le spese per il “bonus vacanze”, ma continuo a pensare che non sia una agevolazione che dimostra un grande appeal. Sicuramente non per le piccole strutture ricettive, tanto è vero che ha avuto pochi riscontri su Bari e qualcosa in più solo sui territori come Monopoli, dove ci sono i grandi resort». Francesco Caizzi presidente Federalberghi Puglia e Bari-Bat non lancia slogan entusiastici sui numeri nazionali messi in evidenza dal ministro per i beni, attività culturali e turismo, Dario Fanceschini, che pochi giorni fa ha sottolineato con grande enfasi come si fosse superato a livello nazionale il milione di erogazioni relative al bonus vacanze.

E a Caizzi fa quasi eco Francesco De Carlo, presidente AssoHotel Confesercenti Puglia, oltre che vice presidente nazionale: «Guardiamo il numero di imprese che offrono l'agevolazione. In Puglia sono solo il 4,7% del totale, che fanno scendere la nostra regione al sesto posto tra tutti i dati nazionali».

«Resta il problema dell'anticipazione che in questo momento si lega alla mancanza di liquidità delle imprese – spiega Caizzi –. Dove ci sono grandi strutture, che hanno la possibilità di un accesso al credito privilegiato e di dedicare personale, la misura funziona, meno per i piccoli. Non solo: proprio perché la procedura è complessa, una cosa è attivare il bonus vacanze per poche persone, un altro per tante. Una iniziativa del genere non può funzionare per un piccolo imprenditore».

Se tutti i turisti chiedessero di soggiornare pagando con l'agevolazione, le imprese non avrebbero il necessario contante, garantito dai flussi di cassa, per poter pagare i fornitori o il personale. Il punto debole che non si è riusciti a superare è questo, nonostante il bonus abbia permesso solo alla Puglia di spuntare investimenti per 6 milioni di euro.

«Il problema liquidità che le troppe richieste potrebbero innescare è reale – spiega De Carlo -. Il consiglio che abbiamo dato ai nostri associati come categoria è stato: calcolate bene quanto potete dedicare al bonus vacanze. Il 10%? Ok e fermatevi lì. Per il resto è uno strumento che, valendo fino al 31 dicembre, potrebbe sostenerci anche dopo il periodo estivo e innescare meccanismi di destagionalizzazione. Non sarebbe male. Bisogna vedere cosa succederà dopo agosto».

Luci ed ombre di uno strumento pensato per sostenere un settore particolarmente colpito dall'epidemia come il turismo ma al momento con alterni risultati, almeno nel Barese.

«Dalle verifiche che abbiamo fatto su luglio ed agosto è emerso che qui da noi il bonus vacanze è stato usato da un ristretto numero di persone – conferma Cosimo Ranieri, presidente della sezione Turismo di Confindustria Bari Bat -. Il target di riferimento è una clientela di tipo medio basso. Per carità in un momento di magra va bene, ma serve altro. Le imprese turistiche nostrane inizialmente si sono mostrate più diffidenti sulla misura, poi allo scetticismo iniziale è seguita una maggiore apertura, ma sempre per piccoli numeri».

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