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Bimbo abbandonato, il Comune di Bari: «Aiuteremo la mamma». Il primario Laforgia è il tutore legale

 
Rita Schena (foto Luca Turi)

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Rita Schena (foto Luca Turi)

Bimbo abbandonato, il Comune di Bari: «Aiuteremo la mamma»

Il Comune sta per aprire una «casa» con attività di sostegno rivolte ai figli fino a due anni e mezzo d’età. L’assessore al Welfare, Francesca Bottalico: oggi sono tante le fragilità

Lunedì 20 Luglio 2020, 09:30

17:19

BARI - «Come servizi sociali del territorio noi siamo subito coinvolti in casi del genere. Una mamma pensa sempre come salvare il suo piccolo e la scelta di lasciare il proprio figlio al sicuro è stata sicuramente sofferta e contemporaneamente un grande atto d'amore. Ora ci sarà l'intervento del Tribunale per i minorenni, ma come Comune siamo pronti ad aiutare sia questa mamma (se si dovesse trovare o fare avanti) sia tutti i genitori in difficoltà». È emozionata l'assessore al Welfare Francesca Bottalico, la storia del piccolo trovato nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista tocca il cuore di tutti.

«Un paio di anni fa furono lasciati in ospedale dopo la nascita due bambini nati con la sindrome down – racconta la Bottalico –. Ricordo benissimo quelle vicende perché le seguimmo da vicino. Oggi quei due bambini hanno dei genitori adottivi veramente speciali e sono due piccoli felici. Il Tribunale prima cerca di capire se ci sono spazi per ricucire il rapporto con la famiglia naturale, poi eventualmente scatta l'affido a terzi e dopo un certo tempo l'adozione. Immagino che anche in questo caso accadrà lo stesso iter».

«Per quanto ci riguarda come interventi diretti a sostegno di chi ha necessità sappiamo bene che il momento in cui si diventa genitori può essere un periodo difficile – continua l'assessore -, proprio in questi giorni abbiamo concluso le pratiche per l'avvio del progetto “Casa della genitorialità” che prevede attività di sostegno e accompagnamento per neo-genitori e minori nei primi mille giorni dalla nascita. In pratica apriremo sportelli di servizi alle donne e le coppie in tutti i presidi ospedalieri, perché ci possa essere un servizio di assistenza nella fase pre e post parto fino a quasi due anni e mezzo dalla nascita del bambino. Stiamo parlando di sostegno economico, ma anche operatori domiciliari, gruppi di parola, perché i neo genitori possano confrontarsi. Nel sistema sociale attuale spesso manca attorno alla coppia quella rete di sostegno parentale che sono i nonni e gli zii, la Casa della genitorialità cercherà di ricreare proprio questa rete. Un altro dei progetti sarà la formazione di “nonni sociali” persone anziane che potranno sostenere la coppia e i bambini come veri nonni. E poi kit per l'infanzia grazie alla collaborazione di farmacie che ci sostengono e percorsi per una paternità più consapevole».

Diventare genitori è spesso una responsabilità difficile da gestire, specie per donne o coppie già fragili economicamente o psicologicamente, in una società come l'attuale così veloce e senza punti di riferimento è facile perdersi, una mano tesa può fare la differenza tra cadere o riuscire ad andare avanti.

«La Casa della genitorialità è un progetto sperimentale per il quale abbiamo già ricevuto 380 richieste di aiuto, coppie e molte donne incinte sottolinea la Bottalico -. Sono tanti i casi che hanno necessità di sostegno: c'è la ragazza troppo giovane per accollarsi da sola la responsabilità di un figlio o un bambino frutto di abusi, o una donna che è ancora vittima di tossicodipendenze... Per tutte queste fragilità e per le famiglie stiamo cercando di creare un sistema di aiuto che metta in campo azioni di comunità concrete. Il periodo della quarantena da Covid è stato particolarmente duro, ma molti degli effetti continuano ancora e non solo come danno economico. Ci sono anziani e adolescenti che sono ancora chiusi in casa bloccati dalla paura. I ragazzi oggi già anno problemi a socializzare fisicamente con i loro coetanei, poi il coronavirus ha fatto il resto.

Ad esempio per i più giovani abbiamo organizzato vacanze sociali urbane o campi estivi. Il dato è che si è amplificata la povertà estrema con ripercussioni significative anche sulle relazioni familiari e sui modelli di inclusione, incidendo in maniera profonda sulle disuguaglianze già esistenti, il nostro impegno è coordinare una serie di iniziative trasversali che possano coinvolgere tutti, dai minori agli anziani».

IL GARANTE PER L'INFANZIA - «Ci sono due tragici fatti che mi spingono a riflettere, due fatti totalmente distanti tra loro ma accomunati dal tempo e dallo spazio. Sono accaduti in una domenica estiva nella mia città. Due coppie di genitori dovranno vivere senza più avere accanto i loro piccoli": lo sottolinea il Garante regionale dei diritti dell’infanzia e dell’Adolescenza, Ludovico Abbaticchio, commentando l’abbandono di un bimbo di 9 giorni in una chiesa a Bari e la morte di un bambino di 2 anni, investito dall’auto guidata dal padre in un campo rom della città. «Il primo piccolino - riflette Abbaticchio - si chiamava Ezachel, aveva due anni ed è morto per quello che potremmo definire tecnicamente un incidente, che avrebbe potuto accadere ovunque, ma è accaduto in un campo Rom non autorizzato privo di corrente elettrica, privo di servizi igienici, privo di sorgenti d’acqua potabile in cui a far compagnia alle persone oltre a cani e gatti, ci sono serpenti e topi». Abbaticchio poi si sofferma anche sul neonato abbandonato dai genitori in una culla termica nella chiesa nel rione Poggiofranco: «Due storie diverse ma che ci indicano che forse è ora di preoccuparsi dei genitori. Con le dovute differenze non posso non domandarmi cosa è mancato loro, quale aiuto non hanno avuto, quale intervento economico o sociale non è stato fatto dalle amministrazioni competenti? Come Garante non posso che sospendere ogni giudizio ma nello stesso tempo chiedo a tutte le istituzioni preposte affinché, in ottica preventiva e di supporto, lavorino con specifici finanziamenti ed eventuali modifiche legislative alla realizzazione di progettualità che assumano come priorità il supporto alla genitorialità ed alle aspettative di vita dei nostri figli».

PRIMARIO LAFORGIA È IL TUTORE LEGALE DI LUIGI -  Il primario del reparto di Terapia intensiva neonatale del Policlinico di Bari, Nicola Laforgia, è stato nominato dal Tribunale per i minorenni tutore legale del piccolo Luigi, il bimbo di 10 giorni lasciato nella culla termica di una parrocchia a Bari. Adesso i giudici dovranno decidere se far restare il bimbo in ospedale, con le cure di medici e infermieri anche se le sue condizioni fisiche sono ottime, oppure se indirizzarlo a una struttura esterna in attesa dell’affido. Intanto, in reparto stanno arrivando decine di telefonate, da tutta Italia, di persone che chiedono informazioni su come procedere per chiedere l’affido del piccolo e la sua successiva adozione. 

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