CORATO - A distanza di poco meno di due anni dai fatti, sono arrivate le condanne per l’omicidio del giovane albanese Victorjan Picaku, 24 anni, ucciso la sera del 1 agosto 2018 in piazza Abbazia, a Corato, al culmine di una sparatoria fra la gente.
Il gip del Tribunale di Trani, Raffaele Morelli, al termine del rito abbreviato, ha condannato Domenico Manzi, 23enne di Corato, e Domenico Patruno, 31enne di Trani, entrambi già noti alle forze dell’ordine, rispettivamente a 16 e 10 anni e otto mesi di reclusione. Il pm, Francesco Aiello, aveva chiesto 20 anni di reclusione per Manzi e 18 per Patruno.
Quella tragica sera, come è emerso dal processo, Manzi e Patruno, a bordo di una Vespa raggiunsero la vittima esplodendogli colpi di arma da fuoco, due dei quali lo raggiunsero alla gamba e alla schiena, uccidendolo.
I due giovani, entrambi residenti a Corato, agirono mentre la piazza era affollata di gente, come si evince anche dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza, diffuse dai Carabinieri che hanno svolto le indagini.
Ormai identificati e ricercati, di lì a poco Manzi e Patruno si costituirono in caserma, indicando ai militari il luogo in cui si trovava l’arma utilizzata per l’omicidio, una rivoltella calibro 352 Gfl, provvista di munizionamento, illecitamente detenuta e non censita.
I due hanno così dovuto rispondere di omicidio volontario in concorso, esplosione di colpi d’arma da fuoco, porto illegale d’arma da fuoco e ricettazione.
Per Manzi il gip ha riconosciuto le circostanze attenuanti generiche con giudizio di equivalenza rispetto all’aggravante della premeditazione. Per Patruno ha escluso l’aggravante della premeditazione e riconosciuto in suo favore l’attenuante, con giudizio di prevalenza, rispetto all’aggravante della recidiva. Inoltre ha unificato i reati nel vincolo della continuazione rispetto alla più grave previsione dell’omicidio volontario, applicando lo sconto di un terzo del rito abbreviato.
Manzi e Patruno dovranno inoltre risarcire le parti civili costituite in giudizio, vale a dire quattro familiari della vittima, da liquidarsi in separata sede disponendo a carico di ciascun imputato il pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 20mila euro in favore di ciascuna parte civile.